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Davvero tutto troppo facile. L’Inter realizza tre reti all’Udinese in un tempo, poi gestisce, firma il 4-0 definitivo nella ripresa e si gode il ritorno in vetta alla classifica. La Juventus torna a -2, mentre il Milan scivola a -9. Prova di forza serviva e prova di forza è stata. La partita degli uomini di Inzaghi contro i friulani è stata un prevedibile monologo, coerente col copione della vigilia. Persino Cioffi nel pre-gara aveva mischiato analisi e autoironia. “Abbiamo un piano gara ben definito, ma contro questa Inter durerà tre minuti”. Dieci minuti in realtà servono a Lautaro Martinez per colpire un palo e far capire l’andazzo a Silvestri. L’Inter funziona alla perfezione anche con una difesa inedita, con Bisseck in campo e con Bastoni part-time a sinistra. Ma per la prima rete nerazzurra bisogna aspettare trentasette minuti. Cross di Dimarco, Lautaro non arriva sul pallone: il Toro chiede il rigore per un trattenuta di Perez. L’arbitro Di Bello non fischia, ma il Var lo richiama e al monitor il direttore cambia idea e assegna il penalty. Dagli undici metri va Calhanoglu che non perdona.
Il gol sblocca definitivamente i nerazzurri che in dieci minuti chiudono i giochi. Al 42′ Calhanoglu pesca Dimarco che, da posizione defilata, batte Silvestri con un sinistro velenoso. Al 44′ il 3-0: Mkhitaryan inventa l’assist, Perez dimentica Thuram che da due passi mette in rete. Il secondo tempo è pura accademia. I ritmi calano e Inzaghi ne approfitta per fare i cambi. C’è spazio per Arnautovic, Carlos Augusto, Cuadrado, Asllani e Sensi. C’è spazio poi per i fischi di San Siro a Samardzic, tanto vicino in estate prima di una telenovela che ha allontanato le parti. E anche per un gol annullato a Lucca. Ma alla fine, l’Inter cala persino il poker. Fa tutto Lautaro che ruba palla a centrocampo, si invola e dal limite lascia partire una conclusione imprendibile. Quattordici reti per l’argentino, due in più dell’Udinese in totale. Dopo l’impegno di Champions con la Real Sociedad, l’Inter si presenterà al match contro la Lazio all’Olimpico da prima della classe.
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