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E’ la vittoria della consapevolezza, quella che una volta per tutte toglie ogni dubbio: l’Inter è la squadra da battere e dopo un gennaio agrodolce torna a correre e a febbraio e lo fa con prepotenza. Il piccolo passo falso con l’Udinese e la sconfitta in Coppa Italia con la Juventus non pesano sulla mente dei nerazzurri, che con una prova compatta e ricca di spunti batte la Fiorentina che negli ultimi anni, soprattutto al Franchi, aveva fermato la squadra di Conte (e Spalletti prima) non senza polemiche arbitrali e non.
Al Franchi, stavolta, passa l’Inter e lo fa assolutamente senza patire più di tanto. Innanzitutto, si tratta della quarta rete inviolata consecutiva in campionato, restituendo una squadra a immagine e somiglianza di Conte – oggi assente in panchina, al suo posto Stellini per squalifica – che da sempre ci ha abituati a difese granitiche. Davanti, poi, sembrerebbe essere terminata la Lukaku-dipendenza. L’attaccante ha segnato sì contro il Benevento, ma due reti a risultato acquisito, e ultimamente tra squalifica e prestazioni non da trascinatore ha dato spazio anche agli altri compagni. E’ così che emerge ulteriormente un Barella in condizione devastante e anche quelli che sembrerebbero comprimari come Perisic e soci possono diventare decisivi e incidere sul risultato. E’ il momento decisivo per l’Inter, quello in cui si mette definitivamente la freccia in chiave scudetto: e al primo posto, almeno per due notti, troviamo i nerazzurri, in attesa del Milan e del derby che arriverà – a ogni modo – dopo la Lazio e dopo la Juventus in Coppa.
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