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Prima compagni di squadra e amici, infine anche colleghi con ruoli diversi: uno team manager, l’altro allenatore. Angelo Peruzzi racconta Simone Inzaghi, pronto al ritorno contro la Lazio da allenatore dell’Inter: “È l’esatto contrario del giocatore. Se mi avessero chiesto di indicare uno che non avrebbe mai potuto fare l’allenatore, avrei risposto di getto Simone – dice il portiere campione del mondo al Corriere dello Sport – Era un ragazzino, viveva alla giornata, rideva, scherzava, era tutto uno scherzo. Si è fatto uomo, ora è maturo, responsabile, cocciuto anche. Un tecnico di prim’ordine, studia giorno dopo giorno, cura i dettagli, ed è un decisionista”.
E ancora: “Mai avrei pensato di vederlo attaccare al muro qualcuno nello spogliatoio, e invece è capitato. Sa essere dolce con i giocatori, ma anche autorevole e autoritario. La trasformazione più sconcertante avviene in partita. Lui vive per il risultato, per la vittoria. Credimi, è talmente teso e su di giri che sarebbe perfino capace di fare a botte”.
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