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André Onana, portiere titolare dell’Inter, è il protagonista della prima puntata della nuova stagione di ‘Culture’, il format di Dazn che racconta culture e tradizioni dei calciatori di Serie A. “Se non avessi fatto il portiere, sarei stato un poliziotto. Mi piace proteggere. Avevo quattro fratelli, il più grande è morto e io sono il più piccolo. Kristian, uno di loro, giocava come portiere. Lo accompagnavo e gli portavo la borsa: così mi sono innamorato del ruolo”, confessa l’estremo difensore nerazzurro.
“Negli ultimi 20 anni, quello del portiere è il ruolo che è più cambiato. Quando ero piccolo mi dicevano ‘Non giocarla mai in mezzo’. Ora, devi darla dove c’è spazio. Il portiere oggi è uno forte con i piedi, forte nell’uno contro uno, coraggioso, che trasmette sicurezza, che attacca le palle alte. Se lo sei, vivi accanto all’errore. Devi essere forte e non aver paura di sbagliare”, spiega Onana sul ruolo.
All’Inter ha tolto il posto ad Handanovic, che definisce “uno serissimo e tranquillo. Io sono agitato e scherzoso”. “Per stare in uno spogliatoio così, per rispondere a Dzeko o Lautaro, ci vuole personalità. Se dobbiamo litigare per vincere sempre, allora litighiamo sempre”. E il rivale rossonero Maignan? “Con lui ho un bellissimo rapporto. Sono molto felice che ci sia lui a Milano con me. Chi è più forte? Non lo so. Ma nella mia testa forse lo so”, conclude Onana
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