Serie A

Inter, il medico: “Infortuni un problema, si gioca troppo e ci si allena poco”

Simone Inzaghi Inter
Simone Inzaghi - Foto Fabrizio Carabelli / IPA Sport / IPA

“Gli infortuni nel calcio sono un problema costante e in crescita, si fatica a ridurre questi incidenti, dai meno gravi ai più seri. Il primo problema è che si gioca troppo, ma bisogna dire anche che ci si allena poco. Lo ha dichiarato il medico dell’Inter, nonché responsabile di chirurgia del ginocchio e traumatologia dello sport dell’Istituto clinico Humanitas di Milano, Piero Volpi in un intervento a Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1. “Le qualità che deve avere un giocatore come la forza, l’alta velocità e resistenza sono difficili da inserire nel piano di un ciclo settimanale di una squadra di calcio. Si arriva ad avere 240-250 allenamenti nel corso della stagione di cui solo il 25% sono veramente allenanti. E questa è tra le cause prevalenti di infortunio”, ha spiegato.

Inoltre, “manca un equilibrio di minutaggio e turnover intelligente”, per questo “si fanno male i titolari che giocano sempre ma anche quelli che giocano meno. Una delle proposte che condividiamo col nostro allenatore è quella di cercare di riuscire a fare un minutaggio migliore per salvaguardare quei giocatori che alla fine della stagione avranno 4500-4800 minuti, mentre altri in rosa finiscono l’anno con appena 1000 minuti in campo. Non essendo possibile cambiare i calendari, quella dell’equilibrio del minutaggio è una delle soluzioni”. Un’altra possibile soluzione è quella di aggiungere almeno una sesta sostituzione, come già accade nelle manifestazioni in cui sono previsti i supplementari. Infine, Volpi sottolinea il problema delle Nazionali: “Non possiamo ogni mese lasciare i giocatori 12-15 giorni che cambiano completamente abitudini di allenamento, di alimentazione. È come se il giocatore cambiasse completamente squadra e questo facilita gli infortuni. Una proposta da medico è quella di ridurre i campionati domestici di alto livello di due squadre. Va organizzato un tavolo competente, in cui ci deve essere anche un medico”.

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