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“Se darò le dimissioni dal Consiglio federale? Rimetterò il mandato nella riunione di settimana prossima e se poi le società a maggioranza vorranno così, farò volentieri un passo indietro. Per me si tratta di un’attività di servizio faticosa e non remunerata, che faccio negli interessi dei club”. Così l’amministratore delegato dell’Inter Giuseppe Marotta a Sky Sport sulla richiesta del presidente del Torino Urbano Cairo, che aveva invocato le sue dimissioni dal Consiglio Figc dopo l’annuncio della Superlega. “Il principio del dissenso è assolutamente democratico, ma non concepisco l’attacco violento di Cairo, a cui poi sono seguite minacce private e pubbliche. Uno può criticare ma con calma, non offendendo e dando del traditore. Io ho principi morali, sono innamorato dello sport e non ho tradito nessuno”, ha concluso Marotta.
Poi ancora: “Questa iniziativa è stata portata avanti dai 12 proprietari dei club alla luce della difficile situazione economico-finanziaria di ogni singola società, principalmente per il Covid, in cui i costi certi e i ricavi incerti. Per i proprietari questo modello di calcio nazionale ed europeo era superato e bisognava valorizzare meglio le risorse in una situazione in cui il sistema calcio è a rischio default. La voce principale è il costo degli stipendi e nessuna azienda potrebbe continuare a vivere così. Questo modello non garantisce stabilità e futuro e allora era doveroso andare alla ricerca di qualcosa per cambiare questo modello. Il progetto è naufragato perché sono stati sottovaluti i tifosi, che rappresentano il patrimonio del calcio, e anche perché i club inglesi si sono defilati – ha proseguito Marotta -. Delle lacune ci sono state, è innegabile. Ma è stata un’azione in buona fede. Se non intervengono le istituzioni del calcio per creare un modello moderno e stabile non si riesce ad andare avanti. Inter, Milan e Juve negli ultimi sette anni hanno speso 1 miliardo nell’acquisizione dei calciatori, ma oggi è impossibile sostenere questi costi”. Marotta ha poi parlato del suo coinvolgimento nel progetto Superlega. “L’operazione è stata condotta con riservatezza dalle proprietà – ha concluso l’ad nerazzurro -. Il management dell’Inter non è stato coinvolto direttamente. Tutto è stato consumato negli ultimi giorni, ma le informazioni ci arrivavano. E’ giusto che i compiti vadano divisi in un’azienda”.
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