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“Vittoria dello scudetto merito di tutti, è stato una liberazione e abbiamo capito di essere forti dopo la vittoria contro la Juventus. Momento più difficile l’eliminazione dalla coppa? Differenza sostanziale tra Champions e campionato, la prima è legata a partite secche in cui quando vai a giocare devi avere la formazione migliore nelle condizioni migliori. Non sempre le vittorie in Champions raffigurano la squadra più forte, in campionato vince la squadra più forte. Il Giro d’Italia non è come la Milano-Sanremo, lo vince il ciclista che in innumerevoli tappe ha dimostrato di averne di più. In Champions siamo stati eliminati, c’è stato rammarico, a quel punto ci siamo concentrati sullo scudetto”. Esordisce così Beppe Marotta nel corso del suo intervento al Festival dello Sport di Trento. L’amministratore delegato dell’Inter ha parlato a tutto tondo di diversi temi, tra questi quello degli addii di Conte e Lukaku.
Si parte dal tecnico leccese: “La decisione finale è frutto di confronti avvenuti nei giorni precedenti. Libera scelta dell’allenatore che non intravedeva un rapporto comune con la società . Fa parte dello sport e della vita, se una persona per le sue valutazioni decide di interrompere un rapporto bisogna aver rispetto, però guardare avanti con grande ottimismo. L’Inter rimane, i calciatori passano. Ora bisogna ripartire con un percorso nuovo, con la consapevolezza di rappresentare un grande club e una grande società . La decisione di Conte non era tanto prevedibile e c’ha spiazzati. A quel punto serviva tempestività , individuare il profilo migliore sul mercato. Fortunatamente abbiamo individuato il giovane allenatore con un percorso significativo, vale a dire Simone Inzaghi che stava definendo il suo rinnovo con la Lazio. Abbiamo bloccato tutto nottetempo e abbiamo presentato il nostro programma, anche se l’Inter non ha bisogno di molte presentazioni. Inzaghi ha sposato il progetto, è un profilo che potesse ricalcare quel solco già calcato da Conte nell’ambito di un modello tattico da non stravolgere”.
Sull’attaccante belga: “La mia esperienza in questi decenni mi porta a dire che non bisogna mai fidarsi di niente. Anche in queste situazioni si sono creati degli imprevisti, Lukaku ha manifestato l’intenzione di volersi trasferire al Chelsea e davanti a una situazione del genere non si può che accettare e rispettare una sua volontà . Inizia così la negoziazione e di conseguenza abbiamo agito in questo modo, creando il nostro prezzo e andando a immaginare le possibili alternative. Nel calcio queste cose capitano, non mi sono sentito né tradito né sconvolto da Lukaku, aver incassato questa cifra è stato assolutamente importante per l’economia del club”.
Su quanto accaduto a Christian Eriksen: “Sicuramente momento drammatico, passare dalla gioia al dramma di una persona che conosci che ha rischiato di morire. Non capire cosa è successo perché si era a distanza. Per recepire le informazioni siamo stati tempestivi, il professor Volpi si è subito messo in contatto con i medici danesi riuscendo ad avere una prima diagnosi. La cosa più bella è che è ancora in vita al di là del vuoto lasciatoci all’interno del club che risulta essere di importanza relativa. Aspettiamo l’evolversi della situazione, che verrà valutata dai medici”.
Sul rinnovo di Barella: “Barella da talento è diventato campione. Nella mia vita ho avuto a che fare con tanti talenti, per esempio Cassano, che non sono diventati campioni. Oggi devo dire con grande piacere che ci troviamo davanti a un campione, è giusto gratificarlo economicamente. E’ giusto adeguare il suo contratto a quello di altri giocatori importanti dell’Inter. Nelle prossime settimane si procederà . Sarebbe bello se fosse il nuovo capitano dei nerazzurri, dovrà dimostrare di avere le capacità umane di essere il leader”.
Sulla corsa scudetto: “Temo sempre chi ha la cultura della vittoria più forte, quindi Juventus e Milan. Il Napoli è davanti con grande merito ma vincere è una situazione difficile che va spesso al di là dei valori che una squadra mette in pratica. Credo comunque nello scudetto, vogliamo regalare la seconda stella ai nostri tifosi”.
Infine, diversi discorsi interessanti sui temi economici: “La famiglia Zhang ha profuso centinaia di milioni, bisogna arrivare alla valorizzazione delle risorse e al contenimento dei costi. Il compito del management è conciliare questi due aspetti, quando si raggiunge questa equazione si può stare tranquilli. Ora lo siamo grazie a due operazioni che hanno messo in sicurezza finanziariamente il club. Bisogna rivedere gli aspetti retributivi è una terapia indispensabile per trovare l’equilibrio. I calciatori vivono in un mondo dorato, guadagnano tanto e non sono abituati a far fronte ai problemi delle famiglie. Sono ragazzi che vanno educati, le risposte a volte sono positive e altre negative. Noi abbiamo rispettato i contratti e pagato tutto. La competitività del club, a ogni modo, è garantita e l’equazione che chi più spende più vince non funziona sempre. La maggioranza deve essere sempre nelle mani di una società , il fatto di poter vendere azioni in minoranza ci può stare ma non credo sia il viatico migliore per risolvere i problemi”.
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