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“Soltanto adesso, a 45 anni compiuti, Simone Inzaghi ha finalmente smesso di essere il secondo”. Con queste parole Matteo Marani ha elogiato il tecnico dell’Inter nel corso del suo fondo per Tuttosport. “Lo è stato per una vita in campo, fratello minore del grande SuperPippo, che lui ha saputo superare come allenatore. Non era un paragone facile. E da secondo aveva anche cominciato in panchina, visto che alla Lazio tutto iniziò per la rinuncia di Marcelo Bielsa. (…) Alla Lazio, l’allenatore piacentino aveva già valorizzato tanti: da Immobile, diventato con lui il più forte bomber della Serie A, a Milinkovic-Savic e Luis Alberto, oggi disperso dai radar dopo essere stato il migliore assist-man del campionato. Erano le migliori mezzali della Serie A, qualcosa di simile a ciò che accade oggi con Barella e con il rilanciato Chalanoglu. Non può essere un caso, ma espressione di un’organizzazione di gioco, che Simone trasmette”.
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