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“Una partita speciale, molto difficile. Loro dovevano fare punti per salvarsi, noi per evitare il sorpasso della Roma, che a Catania andò in vantaggio subito. Situazioni opposte, che avevano reso tutto più complicato. Ricordo una partita durissima. Al di là del fatto che stavamo già meritando la vittoria, per sbloccarla è dovuto entrare Zlatan che segnò due gol bellissimi”. Queste le dichiarazioni di Roberto Mancini che, in occasione del match di questa sera tra Parma e Inter, ricorda in un’intervista a La Gazzetta dello Sport la sfida al Tardini del 18 maggio 2008 quando i nerazzurri vinsero 2-0 grazie alla doppietta di Ibrahimovic e vinsero lo scudetto. “Normale che Ibra stasera tiferà Parma. Lui è un grande professionista e ora spinge il Milan. All’andata nel 2008 corse verso di me e mi tirò giù come un birillo. Ma non mi arrabbiai. Eravamo felici per una vittoria in extremis. In quegli anni Ibra fu spesso fondamentale, segnando tanto. Lui è abbastanza grosso, arrivò in corsa e mi abbattè. In settimana parlammo, gli spiegai che la sua presenza era fondamentale, anche solo per la mezz’ora finale. E comunque già averlo in panchina aiutò. Fu lo sfogo a tante tensioni. Avevamo già sprecato un match point contro il Siena, rischiavamo di perdere un campionato a lungo dominato. Quell’esultanza era segno di liberazione – ha proseguito Mancini – Qualche giorno dopo arrivò l’esonero, ma tutto prima o poi finisce. Il tacco alla Lazio? Altri tempi (ride, ndr). Confermo che era la stessa porta. Non poteva portarmi male nemmeno in nerazzurro. Inter favorita per lo scudetto? Il cammino è ancora lungo, anche chi insegue deve crederci. Ma l’Inter ora è la squadra migliore. E ha il grande vantaggio di non giocare le Coppe”, ha concluso.
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