L’attaccante dell’Inter Romelu Lukaku ha rilasciato una lunga intervista al Times, parlando della sua esperienza milanese ma soprattutto togliendosi qualche sassolino dalla scarpa in seguito alle numerose critiche subite quando vestiva la maglia del Manchester United: “Dicevano che ero pigro e che non correvo mentre ora sono quello che lavora di più nello spogliatoio. Nonostante tutti nel club fossero gentili con me, c’era qualcosa che non andava. Sono contento del gol che ho segnato in semifinale di Europa League contro lo Shakthar Donetsk e del rigore che ho conquistato in finale contro il Siviglia. Sono curioso di sapere se diranno ancora che sono lento. Erano critiche ingiuste“.
L’attaccante belga ha poi analizzato il suo rapporto con Conte: “Mi ha portato a un altro livello. Già mi voleva nel 2014 alla Juventus ma decisi di non firmare perché nella sua voce c’era qualcosa che non mi piaceva. Non è un caso che pochi giorni dopo si sia dimesso dai bianconeri. La cosa che mi piace nello spogliatoio dell’Inter è che ci sia una lingua parlata da tutti, l’italiano, e che a prescindere dalle diverse nazionalità i giocatori siano tutti assieme. La svolta lo scorso anno è stata l’arrivo di Young. Non appena ha imparato l’italiano è finita“.
“Le critiche sono il carburante per farmi reagire. Se un allenatore mi insulta non m’interessa. Io sono qui per migliorare e aiutare la squadra a vincere. Trascorro la maggior parte del mio tempo con la mia famiglia. Chiamo mia madre anche cinque volte al giorno. Ora anche mio figlio sa come chiamare e quando gli mostro il campo e lo spogliatoio lui si emoziona” ha concluso Lukaku.