Serie A

Inter, Lukaku: “A gennaio 23 miei compagni su 25 erano malati. Non sapremo mai se fosse Covid-19”

Romelu Lukaku, Inter - Foto Antonio Fraioli

Romelu Lukaku, insieme alla presentatrice e moglie di Mertens, Kat Kerkhofs, è stato protagonista di una lunga intervista su Instagram. Tanti i temi toccati dall’attaccante dell’Inter che, con la diffusione della pandemia di COVID-19, è rientrato da poco a Milano: “Sono tornato in Italia. Ci è stato permesso di tornare a casa per un po’, ma siamo stati rapidamente richiamati nel caso in cui la competizione fosse ricominciata. Il mio compagno di squadra Diego Godin, ad esempio, ha dovuto prendere tre voli per arrivare in Uruguay. Dopo alcuni giorni, è dovuto rientrare. Eravamo tutti in uno stato di shock che dovevamo tornare. Nella nostra chat di gruppo con la squadra, tutti abbiamo temuto la quarantena per due settimane”, e sull’argomento COVID-19 aggiunge che per un momento ha pensato di essere stato infettato: “Abbiamo avuto una settimana libera a dicembre. Siamo tornati e giuro che 23 giocatori su 25 erano malati. Non è uno scherzo. Abbiamo giocato in casa contro il Cagliari di Nainggolann e dopo 25 minuti uno dei nostri difensori ha dovuto lasciare il campo. Non poteva andare avanti e quasi svenne. Tutti tossivano e avevano la febbre. Mi ha anche infastidito. Quando mi sono riscaldato, sono diventato molto più caldo del solito. Non prendevo la febbre da anni. Non siamo mai stati testati per il virus in quel momento, quindi non lo sapremo mai con certezza. Ho  contribuito con 100.000 euro a un ospedale di Milano. Non ho mai fatto cose del genere prima d’ora. Non ci ho mai pensato. Più invecchio, più mi rendo conto di avere una piattaforma per aiutare le persone. Sono qui in Italia e sono stato accolto molto bene qui. Quindi è bello supportare le persone qui”.

Riguardo alle preoccupazioni per la famiglia, l’attaccante belga commenta senza giri di parole:”Se temo il virus? Guarda, mia mamma ha il diabete. Questo è il mio più grande shock. Non mi importa, è la mia migliore amica. Ogni quattro ore chiamo se ha bisogno di qualcosa. Certo che mi manca di più mio figlio Romeo. Il piano era di riportare mia madre e mio figlio in Italia per l’epidemia di coronavirus. Ho due appartamenti qui, ma ovviamente ora non è il momento per loro di tornare. Mio figlio è proprio come me. Mia mamma ha già detto che è Romelu 2.0. Ha il doppio di energia ed è due volte più pazzo. Mi sono calmato grazie a lui. Se dovessi conoscere qualcuno in futuro, dovrà amare Romeo tanto quanto me. Altrimenti non è necessario per me, ma presumo che non sarà così”. Infine, Lukaku butta un occhio anche al futuro: “Dopo il campionato europeo avrò 28 o 29 anni. Gioco a calcio professionistico da quando avevo 16 anni. Mi piacerebbe giocare fino ai 36 anni. Sogno quindi di finire ad Anderlecht. Quindi il cerchio è completo e sono stato un calciatore professionista per 20 anni. Quindi vorrei viaggiare e lasciar andare tutto. Non diventerò mai un allenatore, ma ora sto seguendo un corso di formazione”.

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