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L’Inter vince lo scudetto e lo fa con merito. La più costante, la più solida, l’unica capace di iniziare bene e finire allo stesso modo, superando sporadiche difficoltà e, piuttosto, traendo maggiore energia da alcune partite chiave di una stagione da ricordare. Il trionfo nerazzurro, infatti, nasce e si concretizza in alcuni momenti del campionato ben scolpiti nella memoria. Dopo alcuni tentennamenti in avvio, col derby perso e altri punti volati via per strada, Conte decide di cambiare assetto e si passa a un più quadrato 3-5-2, senza esperimento trequartista, ma con una mediana folta e movimenti all’unisono. E’ un sabato di fine novembre, a Reggio Emilia si gioca Sassuolo-Inter e, anche se i nerazzurri non lo sanno ancora, è questa la sfida della vera svolta. Da qui in avanti otto vittorie di fila, poi il momento complicato di inizio 2021: la sconfitta, clamorosa, contro la Sampdoria, subito dopo il pareggio con la Roma e via alcuni malumori di chi somma anche l’eliminazione dalla Champions di un mese prima.
Serve una nuova svolta, arriva prontamente nella partita più importante. E’ Inter-Juventus, è il derby d’Italia, è lo scontro che una volta per tutte rovescia i rapporti di forza con i bianconeri. Vittoria e dominio, squadra di Pirlo tenuta a distanza. Cosa manca? Riacciuffare anche il Milan che fino ad allora aveva spadroneggiato. Et-voilà , due derby in pochi giorni e arrivano le vittorie sia in Coppa Italia che in campionato, con tanto di sorpasso. E’ il periodo dell’inserimento di Eriksen tra i titolari, della solidità dietro con Handanovic che per due mesi fa una serie di reti inviolate, del vantaggio accumulato pian piano con altre vittorie pesanti come quelle contro Lazio e Atalanta. Non ce n’è per nessuno e si può pure gestire nel finale, cucendosi il tricolore tanto atteso con alcune giornate d’anticipo. Una stagione come un film, quest’anno per l’Inter c’è anche il lieto fine.
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