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C’è un grande spettro che aleggia sugli allenatori di Serie A (e non soltanto): il bel gioco. Soprattutto dopo una serie di vittorie, i tifosi chiedono di vedere qualcosa di bello, di emozionante, tale da farti trattenere il fiato. Nessuno ha spiegato cos’è davvero il bel gioco a parole, però Simone Inzaghi è in grado di dimostrarlo sul campo. Questa dimostrazione passa tramite un elemento cardine: il giro palla. Dal momento in cui i difensori, con l’aiuto sostanziale di Lucas Leiva, recuperano palla, la trama principale prevede pochi tocchi, ma veloci, alla ricerca degli attaccanti. Questa circolazione della palla, forse la migliore in Italia, ha la sua chiave vincente nella composizione del centrocampo. Eccetto Lucas Leiva, nel ruolo di difensore centrale aggiunto, Milinkovic Savic e Luis Alberto, grazie alla tecnica e alla potenza fisica (per quest’ultima meglio il primo giocatore), trascinano il resto della squadra. Ad accompagnarli ci sono i due esterni: Marusic e Lulic diventano gli attaccanti aggiunti della formazione biancoceleste. Da non sottovalutare, però, il ruolo che in alcuni casi assume Ciro Immobile. Molto spesso il giocatore napoletano sale a centrocampo e con sponda fa ripartire i calciatori sopracitati.
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La prima rete del match tra Inter-Lazio nasce proprio da un contropiede veloce, fatto di pochi passaggi, che sfocia nell’assist di Lucas Leiva per il colpo di testa vincente di Milinkovic Savic. È un giro palla che si mostra a tratti, ma è talmente veloce e organizzato che la Lazio si dimostra la più pericolosa tra le due squadre. Non è mancata comunque la pressione dell’Inter, soprattutto nel secondo tempo, che l’ha portata ad essere dominante nel possesso palla ed essere vicino molto vicino al gol più di una volta. La squadra di Roma, però, grazie al suo bel gioco, crea altrettanto e segna, conquistando così la vittoria a San Siro, fondamentale per la lotta Champions League.
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