Serie A

Inter-Juventus, Conte: “Juve d’esempio, noi lavoriamo per crescere e vincere”

La partita di domani è un altro test contro una squadra che ha dettato legge negli ultimi otto anni in Italia e che ha fatto benissimo in Europa. Grande merito va a chi ci ha lavorato negli anni e ha fatto diventare la Juventus una corazzata vera e propria, sono d’esempio“. Queste le dichiarazioni di Antonio Conte nella conferenza stampa della vigilia di Inter-Juventus, match valevole per la settima giornata del campionato di Serie A. Domani sera i nerazzurri accoglieranno i campioni d’Italia nella speranza di centrare il settimo successo di fila: “Ogni partita per noi sarà molto importante perché come sto continuando a ripetere dall’inizio ogni partita per noi è uno step di crescita sotto tutti i punti di vista – ha spiegato Conte in conferenza – Dobbiamo capire dove facciamo bene e dove dobbiamo migliorare, capire che se vogliamo giocare a certi livelli abbiamo tanta strada da fare.

Proseguendo su Inter-Juventus: “Sarà una partita tra due squadre che in questo momento sono in testa alla classifica e che fino in questo momento hanno fatto meglio delle altre ma stiamo parlando della settima partita di campionato. Tutti i valori verranno fuori più in avanti. Vedremo più avanti, da parte nostra, che tipo di ambizioni ci ritaglieremo per questo campionato. È una bellissima partita che tanti vorranno guardare e da parte nostra ci deve essere la voglia, l’entusiasmo e il coraggio di giocarla“. L’Inter è motivata a crescere e ad ambire alla vittoria: “Lavorare, crescere e ambire per lavorare per vincere: io ho visto questo nel momento in cui ho parlato con i direttori e con il presidente. Ho intravisto questo tipo di situazioni ed è inevitabile che tra il dire e il fare c’è tanto, si abusa spesso di questa parola: vinciamo di qua, vinciamo di là, poi c’è da tramutare nei fatti quello che magari si dice troppo spesso. In pochi sanno come arrivare alla vittoria e cosa comporta la vittoria. Mi è stato chiesto di trasferire i concetti e sono qui per questo. Cerco di lavorare con un gruppo di ragazzi ed è un piacere lavorare con loro“.

Infine il discorso finale contro l’odio nella società: “Quelli della rimozione della stella non sono tifosi, non coinvolgiamo i tifosi a chi la pensa in questa maniera. Noi abbiamo la fortuna di fare uno sport che è amatissimo nel mondo. Noi dobbiamo essere di esempio, trasmettere valori positivi e dobbiamo giocare a calcio. Giocare a calcio è uno sport, non è una guerra. A volte ci si dimentica questo. Il calcio è uno sport che deve tramandare valori umani, non deve tramandare o rilasciare odio e violenza. Altrimenti sono il primo ad alzare le mani e a dire basta. Questo noi dobbiamo fare, sarà sempre più difficile. Siamo in una società dove c’è odio e violenza. Le generazioni stanno venendo su che sono una bellezza. C’è solo da aver paura per tutto il contorno. Dopo l’esperienza che ho fatto in Inghilterra ora sono in difficoltà, mi dico: ma chi me l’ha fatto fare? Fino a quando la passione per questo sport superano queste situazioni allora ok, altrimenti sarò il primo a lasciare“.

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