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Il tecnico dell’Inter, Simone Inzaghi, ha concesso una lunga intervista ai microfoni de “I Re del Calcio” di Mediaset. Ecco le sue parole: “Come prima stagione abbiamo fatto molto bene: abbiamo centrato la qualificazione in Champions agli ottavi dopo dieci anni che i tifosi aspettavano, ce lo siamo giocato al meglio col Liverpool. E’ stata una grande stagione che poteva diventare straordinaria con lo scudetto. L’obiettivo che abbiamo noi, i calciatori e la società ci prefiggiamo è vincere: è bello giocare, ma è importantissimo vincere. Se credo alla rimonta scudetto? Assolutamente sì. Il campionato è una novità per tutti, con questa pausa lunghissima. E’ una novità per tutti. Il Napoli ha fatto finora qualcosa di straordinario, che ha amplificato gli errori delle altre squadre, a partire dall’Inter. Chiaramente l’anno scorso la classifica era più ravvicinata, eravamo tutte nel giro di tre punti”.
E ancora: “In tutti gli anni in cui ho allenato so che nessuno mi ha mai mancato di rispetto e quella è la cosa più importante. Si sa che ho un grande rapporto col mio staff e i miei giocatori ma sempre nel rispetto dei ruoli. I miei quattro gol in Champions al Marsiglia? Li ricordo molto bene, un assist me lo fece anche Conceicao, che ritroverò agli ottavi. E’ la serata da giocatore che, insieme alla vittoria dello scudetto con la Lazio, ricordo con più piacere. La mia voce? Tra allenamenti e partite spesso ho qualche problema. Ci sto lavorando su e sto provando a risolvere, fortunatamente in 48 ore solitamente recupero abbastanza bene. Pioli? Alla Lazio c’era un ottimo rapporto, si rimaneva anche a tavola a parlare. E’ una bellissima persona, negli anni ci siamo incontrati tante volte ma c’è sempre stato grande rispetto reciproco”.
Per finire: “Dove abbiamo perso lo scudetto? C’è anche chi dice che c’era un fallo su Sanchez sul secondo gol di Giroud e che l’arbitro a tre metri avrebbe potuto fischiare. Con i se e con i ma non si fa la storia, i fatti dicono che purtroppo quel derby lo abbiamo perso. Allenare l’Inter è stressante? Le pressioni e le responsabilità ci sono, ma devo dire che io resto sempre me stesso, cercando di migliorarmi ogni giorno. Ero chiamato Inzaghino perché mio fratello era un campione che ha battuto tanti record, giusto così. Abbiamo sempre avuto un grandissimo rapporto, abbiamo sempre fatto tutto insieme. Ora da allenatori ognuno ha il proprio percorso e anche lui si sta togliendo grandi soddisfazioni. Milano ha accolto me, mia moglie e i miei figli nel migliore dei modi, ci siamo ambientati bene e voglio continuare così, cercando di portare trofei alla mia società e provando a migliorarmi sempre”.
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