Niente estetica, ma altri tre punti. Il compromesso per vincere dell’Inter di Conte è ormai lo stesso da mesi e il copione non si stravolge, a maggior ragione, contro un Cagliari che aveva l’acqua alla gola. La solita vittoria dei nerazzurri, numero undici di fila in campionato e percorso netto nel girone di ritorno, porta la firma di un comprimario – seppur di lusso – come Darmian, su assist peraltro di Hakimi nel solito asset da quinto a quinto, e vale tre punti ancor più pesanti. Perché hanno il sapore di scudetto, ormai davvero in tasca quando mancano otto partite, e perché dimostra come il discorso che riguarda risultati e bellezza del gioco è decisamente di poca importanza per questa squadra.
Per Conte importa solo vincere e non importa come. Per far ciò ha convinto i suoi top player a soffrire, ad attendere dietro, a faticare di più per poi spuntarla sempre in qualche modo e a fine stagione chiudere con un trofeo. Quello che l’anno scorso stava per arrivare con l’Europa League e che quest’anno è ormai prossimo. Uno scudetto frutto di una capacità di difendere e di sacrificarsi fuori dall’ordinario e che riesce ad avere la meglio al trentesimo appuntamento stagionale anche dei sardi di Semplici alla quarta sconfitta consecutiva e ormai con lo spettro della Serie B sempre più vicino. La squadra rossoblu ha giocato bene e avrebbe meritato forse il pareggio, ma la classifica piange e ora sono cinque i punti da recuperare al Torino, che peraltro una una partita in meno.