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Uno degli storici beniamini del tifo interista è di certo stato Julio Cruz, prolifico attaccante argentino classe ’74. Proprio l’ex punta dell’Albiceleste ha trattato diversi temi in occasione di un’intervista in patria, pungendo la Juventus sul tema Calciopoli, che comportò grande scandalo e una clamorosa retrocessione dei bianconeri.
Di seguito le parole d’esordio di Cruz, che ha commentato alcuni episodi di Bologna-Juventus del 2003: “Ci fu una partita contro la Juventus. Stavamo vincendo 2 a 0 e stavamo gestendo con tranquillità , giocando in modo spettacolare, e alla fine abbiamo pareggiato. Gli ultimi minuti furono qualcosa di incredibile, ci fischiarono tutti i falli contro e diedero 7 minuti di recupero. Finimmo per pareggiare al 95′ minuto. Come fu possibile dare così tanti minuti di recupero? Ogni contatto con gli avversari era un fallo per loro. Uno poteva pensare che potesse capitare, ma poi tutto venne alla luce. Fu qualcosa di molto forte, il calcio italiano è visto in tutto il mondo. Da lì in poi l’Inter ha iniziato a vincere titoli, continuava a fare le cose per bene. Prima non poteva vincere perché perdeva partite incredibili. Alcune partite mi sono sembrate strane, con gli arbitri che intervenivano così tanto. Mi facevano fallo da rigore e mi dicevano che avevo simulato”.
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Successivamente l’argentino si è soffermato su Adriano, grande talento brasiliano, suo compagno all’Inter: “Era un ragazzo fantastico. È cresciuto in una favela, con problemi personali. La morte del padre ha fatto scattare un click nella sua testa ma in negativo. Ovviamente tutti abbiamo cercato di aiutarlo. Gli argentini, i portoghesi, come Figo, che parlavano la stessa lingua. Gli abbiamo parlato tutti, ma la mente umana è speciale. Non puoi sapere quello che uno pensa. Parlavamo con lui, ma mezz’ora dopo faceva quello che voleva. È entrato in depressione e non aveva la compagnia giusta intorno a lui e non l’hanno aiutato come avrebbero dovuto. È stato un peccato, perché era un fenomeno”.
Cruz ha proseguito il suo discorso dicendo la sua riguardo Mario Balotelli: “Abbiamo visto il potenziale, le cose che poteva fare, ma poi si inizia a pensare dove ha giocato… La testa è molto importante, non solo l’abilità . Tutto si basa sull’ambiente che hai. Oggi è a Brescia. All’inizio era calmo, umile, fino a quando ha fatto segnato alcuni gol importanti ed è partito di testa, o gliel’hanno fatta partire. Gli hanno fatto credere che fosse Pelé e invece era solo all’inizio”.
In chiusura il sudamericano ha illustrato il suo rapporto con Zlatan Ibrahimovic: “Con Ibrahimovic ho un rapporto eccellente. Non abbiamo mai avuto problemi. È difficile giocare con due 9 e la nostra altezza, ma non abbiamo mai avuto problemi. Di solito in attacco giocano uno alto e uno basso. C’è stato un anno in cui ha segnato 25 goal e io 22 o 23. Ci siamo capiti perfettamente e anche fuori dal campo“.
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