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“La prima cosa è la tutela della salute, questo è il primo obiettivo. In questo momento, però, da dirigente di calcio sono molto, molto preoccupato. Gestire il prossimo turno sarà veramente molto difficile con l’ordinanza eventualmente prorogata“. L’ad nerazzurro Beppe Marotta parla così a pochi minuti dalla decisione ufficiale della FIGC del rinvio di Juventus-Inter al 13 maggio così come altri quattro match nel Nord Italia. È la seconda partita di fila di A per i nerazzurri rinviata per emergenza coronavirus: “Non voglio fare polemiche ma il criterio di questa domenica, che tocca tutte le partite, alcune anche in programma tra poco, deve essere applicato anche per il futuro. E sono molto preoccupato per il futuro“. Una decisione piuttosto tribolata e discutibile arrivata dopo il comunicato ufficiale circa la disputa del match a porte chiuse: “La Lega aveva emanato un comunicato in cui parlava di sacrificio necessario con le porte chiuse. E io non vedo altra via d’uscita se non le porte chiuse. Per questo abbiamo chiesto assemblea urgente”. Infatti a porte chiuse proprio i nerazzurri giovedì han giocato Inter-Ludogorets, ritorno dei sedicesimi di Europa League: “Perché la Uefa ha fatto giocare e la Lega no? Non voglio accendere la polemica. Il principio deve essere rispettare i tifosi e la salute. Tutto poteva essere gestito meglio” ha chiosato Marotta.
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