Da Nicolò Barella a Davide Frattesi, da Matteo Darmian ad Alessandro Bastoni, passando per uno strepitoso Dimarco fino al punto interrogativo su Francesco Acerbi. L’Inter vince il suo ventesimo scudetto dominando la Serie A, lo fa, a differenza del passato, con un importante blocco azzurro. Anzi, nero-azzurro. Una squadra che ha in Lautaro Martinez e Marcus Thuram, finalisti agli ultimi Mondiali con Argentina e Francia, le proprie punte di diamante, in Sommer una certezza tra i pali, in Calhanoglu il cervello in mezzo al campo nonché rigorista eccezionale: nonostante questo, il tricolore parla italiano. E non è certo usuale per l’Inter.
Nicolò Barella non ha vissuto la sua miglior stagione a livello realizzativo, ma con due gol e tre assist il contributo resta comunque notevole. In ogni caso, per il centrocampista sardo è stata la stagione della maturità: ha garantito continuità, corsa, consistenza in mezzo al campo e Inzaghi non ha mai messo in dubbio la sua titolarità.
E’ per questo che Davide Frattesi non ha trovato forse lo spazio che ci si poteva attendere: raramente titolare, tanti subentri, nonostante ciò sono arrivati gol pesantissimi in partite risolte nel finale. I suoi gol con Verona e Udinese hanno fruttato da soli quattro punti e sono state due vittorie chiave per i nerazzurri, i suoi inserimenti in area hanno già convinto i tifosi, che sono pronti ad aspettarlo il prossimo anno in attesa che possa trovare maggiore spazio: un dodicesimo perfetto.
Da dodicesimo a titolare inamovibile invece Matteo Darmian: l’arrivo di Pavard lo ha fatto traslocare, da terzo di difesa come lo scorso anno al posto di Skriniar a esterno alto spesso preferito a Darmian. Prestazioni di altissimo livello le sue, gregario di lusso ma anche in grado di garantire qualità. Meno fisicità dell’olandese, più attenzione difensiva e più arguzia tattica, una pedina chiave per Inzaghi che raramente rinuncia a uno dei suoi pupilli.
E Spalletti non ne farà a meno a Euro 2024, così come non farà a meno di un devastante Alessandro Bastoni. Sempre più presente e futuro dell’Inter e della Nazionale, un pilastro vero in grado non solo di giocare alla grande da difensore centrale di sinistra, ma soprattutto capace di proporsi in avanti e di sfornare assist e gol in serie: tre assist di fila tra Bologna, Napoli ed Empoli, inesauribile il suo apporto alla manovra, è lui che sposa alla perfezione la strategia di gioco di Inzaghi, con l’abilità nel trasformare le azioni da difensive a offensive.
E che dire di chi compone con lui una catena di sinistra eccezionale? Federico Dimarco ha giocato ancora una volta una stagione di alto livello, tenendo a bada la concorrenza di Carlos Augusto e unendo in modo raro quantità e qualità. Tra gol bellissimi (vedi Frosinone da centrocampo) e pesanti (Empoli andata e ritorno), ha segnato cinque volte in Serie A e fornito assist. E’ letteralmente ovunque e per Inzaghi non se ne può proprio fare a meno: discorso analogo per la Nazionale, dove se la giocherà con Spinazzola partendo comunque da favorito.
Infine, Francesco Acerbi: le sue prestazioni sono state di alto livello e fino a marzo era anche nel giro dell’Italia: poi, la vicenda con Juan Jesus che gli ha fatto saltare le ultime convocazioni. Assolto in modo definitivo per la giustizia sportiva, non per l’opinione pubblica: sarà un bel rebus per il ct in ottica Europei, ma anche il centrale che spesso è stato preferito a De Vrij fa parte a pieno titolo del blocco nero-azzurro che ha dominato il campionato e che vuole prendersi anche l’Europeo per la seconda edizione di fila. Dopo la festa, servirà tornare sul pezzo: si vola in Germania e un gruppo di interisti vuole prendersi un altro trofeo in stagione.