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“Dicono che non c’è due senza tre, vediamo domani se è così o se è un’eccezione che conferma la regola”. Lo ha detto l’allenatore del Bologna, Sinisa Mihajlovic, alla vigilia del match contro l’Inter in programma al Meazza alle ore 20.45 di sabato 5 dicembre. Pericolo pubblico numero uno è Lukaku: “Non lo avrei fermato. E’ più forte, più veloce, più grosso di me. Magari su un ring lo avrei anche potuto fermare ma in un campo da calcio in cui non si possono fare colpi proibiti non avrei saputo come fare”.
L’allenatore serbo vuole di più da un talento come Barrow: “Se è venuto qua è perché l’ho chiesto io e grazie alla società che lo ha comprato. Io gli voglio bene come un figlio, cerco sempre di spronarlo e sappiamo tutti che la cosa che gli manca è un po’ di carattere, cattiveria e fame. Io come allenatore devo cercare di fagli capire cosa voglio da lui e cosa deve migliorare. Se lui migliora lo farà anche tutta la squadra. Io mi arrabbio con il giocatore importante, che ha qualità e che può risolvermi le partite perché voglio di più. E’ un rapporto sincero e leale il nostro. Ci parlo sempre e cerco di fargli capire come stanno le cose. Lui è condizionato da questa mano, quindi può anche essere giustificato, ma deve essere più cattivo, tosto, non può perdere tutti i contrasti. Io quando vedo un giocatore moscio, impazzisco, non li posso vedere. Quando fa così cerco di avere pazienza, ma a un certo punto la perdo. Deve dimostrare di essere più cazzuto, di saper reagire”.
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E su cosa serve per battere una corazzata come quella nerazzurra: “Dobbiamo fare un gol in più, semplice. Stiamo giocando come prima, magari siamo stati più fortunati. Noi abbiamo subito gol a ogni tiro in porta, ma come avevo detto la ruota primo o poi sarebbe girata. Anche il Crotone con Simy poteva fare gol, e anche in quel caso sarebbe stato un tiro in porta e un gol. Altre squadre subiscono molto più di noi e non prendono gol, noi subiamo meno e lo prendiamo sempre. Basta guardare le statistiche che non rispecchiamo mai i risultati”.
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