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Una maglia tatuata sulla pelle, un legame indissolubile che rischia di essere arrivato ai titoli di coda. La storia d’amore tra Lorenzo Insigne ed il Napoli sembra andare verso un clamoroso addio a causa di un rinnovo atteso da tempo ma ancora in alto mare.
Il contratto del 24 azzurro scade il 30 giugno 2022 ma finora al suo procuratore Vincenzo Pisacane è arrivata solamente una proposta d’ingaggio con una cifra più bassa dell’attuale (3 milioni contro i 4,5 percepiti) figlia di un ridimensionamento voluto da De Laurentiis per fronteggiare la crisi post pandemica. Tuttavia quella tra il club partenopeo ed il suo capitano non si può ridurre ad una mera questione economica.
Lorenzo aveva pochi minuti con la maglia del cuore grazie all’esordio di Livorno con Mazzarri, prima di iniziare un peregrinaggio nelle categorie inferiori. Cavese, Foggia e soprattutto il Pescara del suo maestro Zeman lo hanno fatto tornare a Napoli uomo e calciatore abbandonando quella fama da “scugnizzo” talentuoso e poco più.
Anno dopo anno si è preso i gradi di leader in un crescendo rossiniano che l’ha portato fino a diventare campione d’Europa con l’Italia di Mancini. E per un brutto scherzo del destino nel momento di massimo splendore, di una maturità acquisita in campo e fuori, potrebbe finire il legame con la squadra della sua città.
Per una chiusura come tutti i napoletani auspicano non serve solo il giusto riconoscimento economico in quello che sarà l’ultimo grande contratto della sua carriera, ma come spesso è successo nel corso della sua carriera a Lorenzo serve sentire il calore e la considerazione di società e staff tecnico. Si è visto con Sarri, e soprattutto con Gattuso, mister che l’ha fatto sentire subito importante dopo qualche screzio con Ancelotti. Spalletti lo apprezza e si è esposto per lui, ora l’ultimo passo deve farlo una società che negli ultimi anni ha lasciato troppo spesso la sua calorosa tifoseria con un grande amaro in bocca.
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