Serie A

Infortuni, numeri e un 2023 horror: Stefano Pioli sembra al capolinea. E la dirigenza non è esente da colpe

Stefano Pioli allenamento Milan
Stefano Pioli - Foto LiveMedia/Fabrizio Carabelli

Il Milan è ad un passo da una dolorosa eliminazione in Champions League. Ha già perso diversi punti in campionato, è terzo a -6 dall’Inter e a -4 dalla Juventus dopo un terzo di stagione. Ha numeri horror in infermeria con il primato di infortuni muscolari per distacco. Ha numeri totalmente insufficienti sul campo dove nel 2023, su quarantanove partite disputate, ha collezionato ventuno vittorie, tredici pareggi e quindici sconfitte. Per tutti questi motivi il ciclo di Stefano Pioli sulla panchina del Milan sembra ormai al capolinea.

Ieri sera in Milan-Borussia Dortmund, partita decisiva per il passaggio del turno, Pioli non aveva a disposizione difensori in panchina. Kjaer infortunato, Pellegrino infortunato, Kalulu infortunato, Caldara infortunato. E durante la partita si fa male anche Malick Thiaw: l’ennesimo problema muscolare. In più fuori c’erano il miglior giocatore della rosa, Leao, uno degli acquisti più importanti dell’estate, Okafor, il secondo portiere Sportiello e chi più ne ha più ne metta. Giocare con Krunic in difesa in una partita così importante non è una scusante, non è sfortuna, è una sconfitta per lo staff tecnico. Peggio forse dell’1-3 maturato sul campo.

E’ il manifesto di un lavoro che, atleticamente e muscolarmente, non ha funzionato. Tutt’altro. Una situazione che ormai è diventata insostenibile per i tifosi rossoneri. Ieri sera San Siro ha patito più l’infortunio muscolare di Thiaw che i gol del Borussia Dortmund. Attoniti, increduli all’ennesimo stop muscolare che chiaramente pregiudica anche la psiche dei calciatori e le forze in campo. Un conto è giocare con la rosa a disposizione (con i 2-3 infortunati che capitano in tutte le squadre), una cosa è fare la conta dei superstiti e dover adattare giocatori fuori ruolo o dover mettere giovani senza esperienza e senza il pedigree per poter affrontare serate del genere.

La comunicazione di Pioli non sembra neanche all’altezza di questo momento. La situazione del Milan è seria, delicata. E l’analisi non può non tener conto anche della dirigenza rossonera: nessuno ieri si è presentato a parlare. In realtà rarissime volte Furlani o Moncada vanno davanti alle telecamere. Ed è il motivo per cui la figura di Zlatan Ibrahimovic sarebbe indispensabile per questa squadra. La dirigenza rossonera ha fatto un buon mercato, non eccellente visto Theo Hernandez e Giroud non hanno una riserva (a meno che consideriate Jovic un giocatore da Milan), ma peccano in tante altre cose. Pioli è colpevole per quello che succede in campo, ma nella gestione a 360 gradi mancano Paolo Maldini e Ricky Massara. Inutile nasconderlo. 

Sabato sera arriva un Frosinone leggero, sbarazzino e che gioca un calcio che sembra fatto su misura per mettere in evidenza tutte le lacune del Milan che in difesa dovrà schierare o un giovane della Primavera (Simic) o un giocatore fuori ruolo. Una serata che potrebbe mettere anche la parola fine ai quattro anni dell’era Pioli. Che ha riportato il Milan a vincere uno scudetto, che ha fatto un lavoro straordinario. Ma che adesso è arrivato a fine corsa. 

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