L’inchiesta milanese dimostra “i rischi di infiltrazione che si insinuano nel calcio professionistico e non professionistico da parte della criminalità organizzata”. Queste le parole del procuratore antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo a proposito degli arresti dei capi ultrà di Milan e Inter nell’inchiesta della Dda milanese. Vengono evidenziati “rischi di infiltrazione nelle società calcistiche” come in altri settori. “Bisogna smettere di far finta di niente” su questi rischi.
Melillo ha poi aggiunto che “questo è un tema generale che si offre alla discussione del mondo del calcio e allo stesso tempo si offre alla dimostrazione di efficacia delle risposte dello Stato che non è solo la risposta giudiziaria ma anche dalle misure preventive come l’adozione da parte del questore di Daspo fuori contesto: è un dato importante, quasi da 10 anni la legge italiana prevede che persone condannate per delitti di criminalità organizzata o stupefacenti debbano essere tenute fuori dagli stadi”. Melillo ha poi spiegato che “l’azione preventiva del questore dimostra la necessità di un approccio integrato a un problema di straordinaria gravità e di straordinaria complessità su cui il mio ufficio ha da tempo aperto attività di analisi, su cui opera un gruppo di lavoro che si occupa esclusivamente del condizionamento criminale delle attività sportive, non soltanto mafioso ma dettato da logiche legate a sdoganare negli stadi la propaganda suprematista, razzista e antisemita”.Â
Il procuratore di Milano Marcello Viola ha spiegato che le società “sono parti offese” avendo messo in campo sistemi per prevenire gli illeciti. “Dovremo valutare se ci sono delle criticità e con la collaborazione delle società come risolverle”, ha aggiunto Viola in conferenza stampa. Nell’inchiesta sono complessivamente una quarantina gli indagati. Tra di loro non vi sono dipendenti o dirigenti delle società .