Emergono dagli incartamenti delle Procure di Roma e Tivoli i capi di imputazione e le ipotesi di reato per quanto riguarda l’inchiesta sulle compravendite di giocatori di Roma, Salernitana e Lazio, che ha portato oggi alla perquisizione delle sedi dei club da parte della Guardia di Finanza, e si tratta di una serie di operazioni che sono finite nel mirino degli inquirenti per una serie di possibili reati. Analizziamole nel dettaglio.
ROMA – Per quanto riguarda la Roma, “al fine di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto, nei bilanci, nelle relazioni o nelle altre comunicazioni sociali dirette ai soci o al pubblico consapevolmente esponevano fatti materiali non rispondenti al vero, ovvero omettevano fatti materiali rilevanti la cui comunicazione è imposta dalla legge sulla situazione economica, patrimoniale o finanziaria della società o del gruppo al quale la stessa appartiene, in modo concretamente idoneo ad indurre altri in errore. I dirigenti iscrivevano nell’attivo dello stato patrimoniale, alla voce ‘diritti pluriennali prestazioni sportive dei calciatori’, nei ricavi operativi, alla voce ‘ricavi da gestione dei diritti pluriennali prestazioni calciatori’, nonché dei costi operativi del conto economico, alle voci ‘spese per il personale e oneri da gestione dei diritti pluriennali prestazioni calciatori’, importi maturati nell’ambito di operazioni, connotate da valori notevolmente maggiorati o comunque non conformi rispetto a quello di mercato”. L’attuale amministratore delegato Pietro Berardi è indagato per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. Infine, la Roma è indagata base al decreto legislativo 231/2001, “non avendo predisposto, prima della commissione dei predetti reati, modelli di organizzazione e gestione idonei a prevenire fatti di reato della stesse specie di quelli verificatisi, rendendone in tal modo possibile la realizzazione da parte degli indagati a vantaggio della società As Roma Spa”.
LAZIO – Discorso simile anche per la Lazio, viene inoltre precisato che le indagini non riguardano quelle svolte da altre procure: “Lotito, in qualità di Presidente del Consiglio di Gestione della “S.S. Lazio S.p.A.”, assieme a Marco Moschini in qualità di Consigliere Delegato, Marco Cavaliere, quale Direttore Amministrativo e Tare quale Direttore Sportivo della Società, “in concorso tra loro, avvalendosi delle fatture di vendita dei giocatori ceduti dalla U.S. Salernitana 1919 srl, frutto di valutazione artefatte rispetto al valore di mercato del singolo calciatore al momento della cessione, indicavano nelle dichiarazioni dei redditi annuali elementi passivi fittizi (costi “gonfiati”), nonché facevano figurare nei bilanci societari i rispettivi valori di acquisto spropositati dei calciatori, così falsando il valore del patrimonio della società sportiva”.
SALERNITANA – Ancora più grave pare essere la posizione dei granata, visto che espressamente si parla di violazioni finalizzate alla possibilità di iscriversi ai campionati professionistici: “Con più atti esecutivi di un medesimo disegno criminoso, il Corradi in qualità di amministratore unico della ”U.S. Salernitana 1919 srl” fino al 25.06.2021, il Marchetti quale amministratore dal 25.06.2021 al 13.01.2022, il Fabiani in qualità di Direttore Sportivo del club, in concorso fra loro, al fine di conseguire per sé e per la società un ingiusto profitto consistito nel far figurare risultati positivi di esercizio e consentirne l’iscrizione ai campionati, esponevano nei bilanci societari relativi alle annualità 2017/2018, 2018/2019, 2019/2020, 2020/2021, fatti materiali non rispondenti al vero ed in particolare appostavano plusvalenze fittizie generate attraverso valutazioni artefatte dei giocatori di proprietà ceduti, con relativa emissione di false fatturazioni, nell’ambito di scambi con la società ‘S.S. LAZIO Spa’”.