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Lazio, ormai è chiaro: quando bisogna dimostrare di essere diventata grande, manca sempre qualcosa. Mancano due punti stasera contro il Torino, ed è una grande occasione persa in ottica quarto posto. La Juventus oggi ha pareggiato e poteva essere il momento giusto per tornare in piena corsa per giocare la Champions il prossimo anno, ma contro l’ottima squadra granata guidata oggi da Paro per la squalifica di Juric impone il pareggio che in realtà a due minuti dal termine era una sconfitta e anche meritata. Ci pensa Ciro Immobile a evitare la figuraccia, proprio come all’andata, quando un suo gol su rigore portò il pari in extremis. Anche stavolta l’attaccante della Nazionale – o forse no – trova il modo di zittire i detrattori e lo fa come gli riesce meglio, segnando. A proposito: almeno 25 gol per la terza volta in Serie A, il primo italiano a riuscirci. Raggiunto Quagliarella nei gol all time, sempre più capocannoniere. Sarà mica (solo) colpa sua?
Il suo gol però è abbastanza vano, perché tra una sconfitta e un pareggio c’è poca distanza. Oggi serviva vincere e Sarri lo sapeva bene, il rischio invece adesso è quello di scivolare inesorabilmente fuori dalle coppe. Già, perché considerando i recuperi che le rivali devono ancora giocare, questa Lazio sarebbe virtualmente ottava, dunque fuori dalle coppe. E sarebbe una delusione tremenda. La delusione è anche in casa Toro, visto che il ritorno alla vittoria sembrava ormai cosa fatta. Così non è per l’ennesimo gol subito nel finale, il tredicesimo, molti di questi propri nel recupero. Peccato per i granata, che avevano giocato bene e che comunque raggiungono la fatidica quota 40. E peccato anche per Pietro Pellegri, che era tornato al gol dopo sedici mesi di astinenza (e sedici mesi fa non segnava da oltre due anni). E bisogna anche dire che per lui le squadre romane sono un toccasana: ha segnato il 100% dei suoi gol tra Roma (all’esordio, nella partita dell’addio di Totti a quindici anni) e Lazio, gli ultimi due per lui in Serie A e quello di oggi. Cabala.
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