Il giovane argentino ha conquistato la società nerazzurra: al Como è già idolo e a Madrid possono decidere di riprenderselo
Papà Pablo lo ha fatto crescere con il pallone tra i piedi, si può dire da quando ha iniziato a camminare. Ma gli amici di famiglia giurano di averlo visto gattonare con la palla. Nico Paz ha sviluppato con quell’oggetto sferico una sorta di amore viscerale, forse addirittura più di quello che ha permesso al papà di giocare sedici da professionista tra Newell’s (dove di lì a poco sarebbe sbocciato Messi), Banfield, Tenerife, Independiente e Real Valladolid. E quello che il ragazzo di Tenerife con sangue argentino sta facendo vedere è il risultato di una passione che il tempo ha sviluppato tanto da rendere quello del calciatore, per sua stessa ammissione, l’unico futuro – oggi presente – possibile.
Il Real lo ha preso che aveva 12 anni e lo ha cresciuto portandolo alla ribalta della Champions League, dove Nico ha fatto centro segnando il terzo gol del 4-2 al Napoli a fine novembre di un anno fa. Il ragazzino scrive così il proprio nome nella storia madridista salendo sul podio dei marcatori più giovani di Champions dietro Rodrigo e Raul: già, lui, il Galattico, che Nico ha avuto con Arbeloa come allenatore lungo il suo percorso nella Fabrica dei Blancos.
E c’è da dire che Nico ha confermato l’inversione di tendenza del vivaio del Real, che per tanto tempo ha costruito talenti per la prima squadra e da un po’ è invece servito per alimentare il mercato in uscita: pensiamo ad Hakimi, Theo Hernandez e Marcos Llorente.
Nico Paz, dal Real al Como per diventare campione
E così il bimbo ha scelto Como. Ma il Real non lo ha mollato a cuor leggero. Non sapendo fino in fondo cosa diventerà quel mucchio di talento che già c’è e si vede, a Madrid si sono tenuti un diritto di recompra e il 50 per cento sulla futura rivendita che non guasta mai. Scaloni lo ha già chiamato in nazionale per dargli la possibilità di allenarsi con il suo idolo, Lionel Messi.
Poi c’è chi vede in lui le movenze di Dybala, chi il calcio verticale e talentoso di David Silva. Ma fatelo essere Nico Paz, il ragazzino per cui stravede Cesc Fabregas (ma anche Javier Zanetti, vicepresidente dell’Inter), che ha chiesto al club un investimento da 6,3 milioni di euro per portarselo a casa. Avrebbe voluto il 10, già sulle spalle di Cutrone, ha preso il 79 che è l’anno di nascita della mamma.
Due gol e 4 assist in 15 partite: Nico ha giocato 1159 minuti e questo significa che ogni 193 (praticamente due partite) l’argentino sa lasciare il segno. Il suo allenatore lo adora, il suo portiere, Pepe Reina, lo incorona e dice che è già fortissimo. Nico Paz dipende da se stesso: se saprà gestire il talento sarà solo lui a darsi un limite.