Il Napoli perde in casa contro l’Atalanta e non è più primo (né secondo) in campionato per la prima volta in questa Serie A. Troppe le assenze per tenere botta alla Dea in grandissima forma, ma ecco come il vantaggio all’ora di gioco poteva essere gestito meglio. Spalletti squalificato, i tanti infortuni, la fame e la spensieratezza degli ospiti hanno fatto la differenza e il 2-3 al Maradona rilancia le ambizioni scudetto dei ragazzi di Gasperini, ora a un passo dalla vetta.
Primo tempo grandi firme sul fronte dell’intensità. Sembra di vedere una partita di Champions dal punto di vista dell’agonismo, i ritmi sono altissimi e le due squadre attaccano e difendono compatte in dieci uomini. L’avvio è migliore per la Dea, che la sblocca praticamente subito con il solito Malinovskyi, che nelle partite importanti, e spesso in trasferta, è capace di esaltarsi e affilare il proprio tiro violentissimo. La squadra guidata oggi da Dominichini (squalificato Spalletti) non è però intenzionata a farsi da parte e con Zielinski al termine di un’azione insistita trova il pareggio, anche abbastanza meritato per quanto visto. L’Atalanta, se c’è una cosa nella quale soffre, è sicuramente qualche amnesia difensiva che le impedisce di fare il definitivo salto di qualità, e questo lo si vede quando Demiral combina un disastro inenarrabile. Prova ad applicare il fuorigioco con Toloi dietro di cinque metri ma soprattutto al di là della linea del centrocampo, Mertens ringrazia e va a segnare il quinto gol nelle ultime quattro partite. E sicuramente il sostituto di Osimhen c’è, senza alcun problema. Qualche defaillance difensiva, invece, rimane senza il perno Koulibaly in difesa e a testimoniarlo è il gol del 2-2 con cui la squadra di Gasperini sistema di nuovo le cose. Demiral si propone in avanti, forse per farsi perdonare, e se lo dimenticano tutti. Botta violenta e Ospina è battuto. Ma c’è tempo anche per il clamoroso sorpasso orobico, con la bella giocata di Ilicic che offre a Freuler l’assist al bacio per il 2-3. Tante assenze per i padroni di casa, che giocano una partita a tratti commovente ma alla fine devono piangere lacrime amare. Cinque punti bruciati in tre giorni, la vetta della classifica perduta così come il primo posto posto.