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Il Napoli inciampa sulla Lazio che ora è seconda. Sarri non si arrende all’oblio

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Esultanza Lazio - Foto LiveMedia/Danilo Gemito

Ogni due mesi, una sconfitta. Con il Liverpool a novembre, con l’Inter a inizio gennaio, con la Lazio oggi, nel primo match di un marzo sicuramente decisivo per un Napoli che, fa notizia per il ruolino tenuto, conosce la seconda sconfitta in campionato, la terza in stagione, la prima al Maradona, escludendo il ko ai rigori con la Cremonese. Una versione meno bella degli azzurri, un po’ in difficoltà a metterci la qualità giusta nel primo tempo, più vicini alle prestazioni standard nella ripresa, ma incapaci di reagire, al di là di una traversa che comunque colpiscono pure gli avversari, dopo il gol bellissimo di Vecino al 67′. E’ sembrato, ma è normale visto l’andamento della stagione, che questa squadra si fosse disabituata a passare in svantaggio, a dover rincorrere, a vedere sparigliati i soliti piani di dominio e gestione. Capita una partita storta, capita a maggior ragione se si affronta una signora squadra come la Lazio.

E qui si intreccia il destino, perché nelle ultime settimane Sarri, il condottiero azzurro che sfiorò lo scudetto “perdendolo in albergo”, ha dovuto sentire da più parti di parallelismi tra il suo e questo Napoli, con pareri preponderanti a favore di Spalletti, di sicuro vicinissimo allo scudetto e con una gran qualità di gioco. Una vittoria, questa, che per l’ex Chelsea e Juventus vuol dire forse non arrendersi all’oblio, al destino che comunque è quello di essere un po’ dimenticato una volta che arriverà giugno e che, come sempre, sarà la squadra di Spalletti e dei vari Osimhen, oggi deludente, Kvaratskhelia, vedi sopra, Lobotka, ingabbiato, a vincere il terzo scudetto, il primo da fine anni ’80. Nell’attesa dell’ineluttabile, Sarri si prende una sua piccola rivincita e non ruba niente. La sua Lazio è organizzata, sa chiudersi bene e gioca a memoria, è diventata più sporca ma non per questo meno bella, anche perché la bellezza non è soltanto attaccare e calcio champagne. Una squadra intelligente, che pensa all’unisono, che troppe volte in stagione è scivolata inaspettatamente, ma capace di regalarsi queste notti, regalarsi il secondo posto, e continuare a puntare forte alla Champions.

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