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Secondo sorriso in campionato consecutivo per il Milan, Pioli respira e l’ambiente ora torna pian piano a vita. In settimana pesa come un macigno il ko interno contro il Borussia Dortmund che ha di fatto spento le speranze di Champions – ma mai dire mai fino all’ultimo minuto dell’ultima partita – ma il trittico di partite al Meazza in sette giorni riconsegna i rossoneri in salute, in grado di ottenere due vittorie importanti e pesanti, che ricordano da vicino quelle dell’anno dello scudetto, con quella capacità della squadra di far pendere l’incontro a proprio favore all’improvviso, quando non era così scontato per quanto si stava vedendo. C’è anche il primo acuto di Jovic, tanto criticato e giustamente, c’è Pulisic che delizia su un assist di Maignan, il terzo in tre stagioni, e anche il portierone francese era stato oggetto di mugugni dopo martedì. Infine, Tomori che da unico centrale sano della rosa si reinventa anche goleador.
E’ prestissimo per dire che questo Milan si è ritrovato, anzi è più facile elencare i motivi per cui no, non si è ancora ritrovato e non si esce dalla crisi di risultati con due successi tra le mura amiche del Meazza contro rivali non insormontabili – Fiorentina forte, ma reduce da quattro sconfitte in cinque partite, Frosinone peggior squadra della Serie A in trasferta – ma dimostrandolo nel medio-lungo periodo. I tifosi, infatti, non si scaldano più di tanto, anche se il 3-1 è comunque convincente e preso in un altro momento avrebbe fatto spellare le mani: il popolo rossonero lo fa principalmente solo quando entra, dopo 206 giorni di lontananza dai campi, Ismail Bennacer, uno che è mancato e non poco. Ora c’è l’Atalanta, poi c’è il Monza e in mezzo il Newcastle, un trittico complicatissimo in cui Pioli e la squadra dovranno dimostrare non tanto, ma tantissimo, e la speranza è anche di ritrovare qualche infortunato oltre a Giroud rientrante dalla squalifica.
Per il Frosinone, c’è poco da fare, ennesimo passo falso in trasferta, ma il ruolino da urlo in casa e negli scontri diretti lascia dormire sonni tranquilli. 18 punti in 14 partite è un ottimo passo per la salvezza, lo dicono anche i numeri: soltanto due volte una squadra con un bottino analogo a questo punto è poi retrocessa a fine stagione. Però, c’è da fare i conti con la regola più antica del gioco del calcio, quella del “gol sbagliato gol subito”, ed è lì che gira tutta la partita. Cuni poteva portare avanti i suoi, si fa ipnotizzare da Maignan, un minuto dopo Jovic segna il gol del vantaggio: Di Francesco sconsolato, ma la sua è una squadra ancora immatura che sta comunque andando a gonfie vele, e alla quale si possono perdonare dei passaggi a vuoto, come quelli, tanti, del super talento Soulé che a volte esagera un po’.
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