Dove tutto è cominciato. E più che tutto, si parla di niente, o giù di lì, perché il 2023 del Milan è fatto di delusioni, tante, intervallate da qualche soddisfazione. Il declino, dopo un 2022 magico con lo scudetto di maggio a impreziosirlo e a consegnarlo agli annali, è iniziato proprio all’Arechi, era il 4 gennaio scorso, con una vittoria per 1-2 ma tra mille sofferenze, al debutto di Ochoa, domani assente, che parò il parabile e con un finale in trincea per evitare la rimonta dei campani allora allenati da Nicola. La formazione granata non navigava in acque tranquille, ma di certo non era in difficoltà come adesso, con l’ultimo posto e appena otto punti e Pippo Inzaghi, grandissimo ex rossonero, sempre sulla graticola nonostante qualche segnale confortante.
Insomma, quasi un anno fa arrivò una vittoria, ma già col senno di poi nascondeva i primi presagi di quello che sarebbe stato un mese di crisi pura, chiuso con la sconfitta nel derby. Un mese in cui la panchina di Pioli cominciò a scricchiolare, quindi la lenta risalita e alla fine una qualificazione in Champions (dove nel frattempo si è giunti fino alla semifinale, persa però male con l’Inter, così come la Supercoppa) dovuta comunque alla penalizzazione della Juventus, perché sul campo era quinto posto. Poi in estate il ribaltone con l’addio di Maldini, il mercato massiccio con tanti giocatori di livello arrivati, ma i risultati non esaltanti in campionato, con un novembre complicatissimo, i mille infortuni muscolari, l’eliminazione ai gironi di Champions, portano i rossoneri – reduci da una buona vittoria casalinga contro il Monza – a essere punto e a capo, e a ripresentarsi a Salerno dopo aver vissuto un anno solare se non da horror, quasi.
La formazione è quasi obbligata: niente esperimenti come domenica scorsa in questo venerdì che anticipa il Natale, sotto l’albero c’è un quadrato 4-3-3 con Theo Hernandez che torna a fare il terzino, Calabria dall’altro lato, in mezzo Kjaer con Tomori, gli unici centrali rimasti, poi Loftus-Cheek con Reijnders e il redivivo Bennacer in mezzo al campo, quindi il tridente formato da Leao, Giroud e Pulisic, e qui c’è l’alternativa Chukwueze per partita in corso. Pioli si gioca tanto, ma anche i campani: devono far punti contro chiunque visto che la classifica piange, e se giocheranno come nel secondo tempo di Bergamo possono mettere in difficoltà una squadra in fin dei conti ben priva di certezze come quella rossonera, che peraltro non vince in trasferta addirittura dal 7 ottobre.