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Adesso ne mancano sette. Il Milan supera anche l’ostacolo offerto dalla Fiorentina e a tre giornate dalla fine rimane in vetta allo scudetto, a +5 sull’Inter che gioca pochi minuti dopo la fine del match di San Siro, dunque nella peggiore delle ipotesi con due punti di vantaggio e lo scontro diretto a favore. I rossoneri non sentono la pressione addosso e al termine di una partita delicatissima e assolutamente in bilico fino all’ultimo, la decidono con Leao, freddo davanti a Terracciano (pesante il suo doppio errore) e anche subito dopo nell’esultanza quasi indifferente a quello che stavano provando i 71.000 cuori rossoneri. Non è ancora scritta l’ultima parola e il calendario insidioso è lì dietro l’angolo: Sassuolo-Verona-Atalanta è un trittico niente male, ma questa squadra ha dimostrato di avere resilienza. Una grande occasione, quella di vincere da assoluto underdog: del resto, negli ultimi vent’anni abbondanti questa squadra lo scudetto lo ha conquistato appena due volte, troppo poche per la sua storia e il peso specifico in Italia. Un’opportunità quasi irripitibile, trasformare una grande stagione in una stagione unica e meravigliosa. Passa tutto da 270 minuti di fuoco, dove al massimo – ammettendo che l’Inter le vinca tutte – si può concedere soltanto un pareggio ai ragazzi di Pioli.
Una squadra, la sua, che non ruba l’occhio, ma che ha imparato a stare in campo alla grande. Il primo posto non è frutto del caso, ma di un lavoro iniziato da oltre due anni e che potrebbe raccogliere i suoi frutti – e che frutti – fra tre settimane. Secondo molti l’ostacolo più grande era costituito proprio dai viola, arrabbiati dopo averne perso male due di fila e in corsa per l’Europa. I ragazzi di Italiano, in effetti, giocano una partita di buona fattura e sfiorano il gol con Cabral trovando un miracolo vero e proprio di Maignan, che al pari di altri compagni è tra gli uomini copertina di quella che potrebbe trasformare presto in una stagione da “formazione a memoria”. Poi, nel finale, l’acuto di Leao sul pasticcio di Terracciano fa esplodere il Meazza e tirare un sospiro di sollievo al mondo rossonero che temeva un’altra partita stregata. E invece, è pura favola: lo scudetto è lì, a portata di mano, ma guai a fermarsi sul più bello, per chi è padrone del proprio destino.
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