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Altra frenata, e questa può essere fatale. A sei giornate dalla fine, il Milan pareggia di nuovo, sempre per 0-0 come a Bologna, e – virtualmente – a Torino a un mese di distanza l’Inter passa dal perdere il destino nelle proprie mani in chiave scudetto a ritrovare la possibilità di vincerle tutte e di non pensare alle altre. Il regalo viene servito, a distanza di poche ore, da Fiorentina – che vince 2-3 a Napoli – e soprattutto dai granata di Juric, che fermano i rossoneri ora a +2 sulle due inseguitrici, ma con i cugini nerazzurri che hanno una partita da recuperare.
E’ un Milan francamente brutto, vicino parente di quello visto a Bologna piuttosto che a versioni ben più edificanti come per esempio quella di Napoli. La squadra di Pioli è assai spuntata, fatica in avanti e quando riesce a portare un pericolo non finalizza come dovrebbe. L’assenza di Ibrahimovic pesa, ma non giustifica un pareggio a reti bianche che non è figlio di situazioni tecnico-tattiche, o meglio, lo è solo in parte, ma piuttosto è da attribuire a delle difficoltà psicologiche. Paura di vincere, braccio del tennista, si può chiamare come si vuole: di certo, è una prova di maturità fallita e il segnale che si manda all’esterno è “accomodatevi pure per lo scudetto”.
Il Toro invece vuole chiudere bene un campionato davvero altalenante e questo pareggio è da leggere in tal senso. L’obiettivo a questo punto è quello di lottare per un difficile decimo posto, in alternativa per essere la migliore della classifica di destra. Valorizzare i giovani, far più punti possibile e programmare per il prossimo anno, in modo tale da non far dichiarare a Juric a inizio stagione che tutto è un disastro.
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