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Il duello non è più a distanza: Inter e Juventus si giocano una fetta di scudetto

Inzaghi e Allegri
Inzaghi e Allegri, Inter-Juventus - Foto Nderim Kaceli/IPA Sport

Il duello a distanza non è più a distanza. Schermaglie, un po’ di veleni che non guastano mai, i botta e risposta con sorpassi e controsorpassi lasciano ora spazio a novanta minuti più recupero di fuoco, che ci si aspetta in tutta franchezza non sonnecchianti come quelli dell’andata del botta e risposta Vlahovic-Lautaro, ma più vicini all’idea di scontro scudetto che possono avere gli inglesi o gli spagnoli. E’ il derby d’Italia, è Inter-Juventus, e raramente ha avuto tutta questa importanza. Siamo solo a inizio febbraio, quindi non può essere per definizione una partita decisiva, ma in questo momento può valere tantissimo, soprattutto a livello psicologico. Se vince l’Inter, soprattutto, Inzaghi sa di poter potenzialmente volare a +7, e una corazzata come questa difficilmente a quel punto si farebbe recuperare. Se vince la Juventus, invece, Allegri per il momento si porta davanti, poi sa che può finire a -1 dopo il recupero dei nerazzurri con l’Atalanta, poco male perché a quel punto ci saranno mesi fatti di una partita a settimana, mentre la rivale dovrà giocarsi le proprie carte in Champions.

Champions, già: per Allegri questo è ancora l’obiettivo. Una dichiarazione di facciata, una diminutio quasi di questo splendido campionato che sta facendo la Juventus, quasi al pari dell’Inter pur partendo oggettivamente un po’ più indietro nella griglia di inizio stagione. Inzaghi, dal canto suo, si mostra più realista, parlando di responsabilità, di obiettivo scudetto e di grande rispetto per i bianconeri. Bastano semplicemente i numeri;: 54 punti in 21 partite per una, 53 in 22 per l’altra, e non era mai successo che al derby d’Italia le due squadre ci arrivassero entrambe con almeno 50 punti in classifica a testa. E’ una classica ad altissima quota, che torna a valere lo scudetto dopo un’infinità di tempo. Ed è lo scontro tra due corazzate, visto che lo dicono le statistiche: 13 clean sheet a 12, 10 gol subiti a 13, 29 partite di fila in gol in Serie A contro la cooperativa del gol piemontese. E chissà che a deciderla non possano essere gli stessi di novembre: c’è Vlahovic che non ha mai segnato a San Siro in sette occasioni, Lautaro che invece è sempre più capocannoniere e non smette più di segnare. Soprattutto, c’è un risultato che intorno alle 22.35 maturerà in un senso o nell’altro e potrà decidere una fetta di scudetto.

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