Antonio Conte negli ultimi cinque anni di stagioni in Italia ha fatto praticamente quel che voleva. Nessuno è riuscito a fermarlo, approda in un club, spezza il ciclo precedente, apre un nuovo ciclo e poi va in cerca di altri lidi per aprirne altri. L’ultimo decennio di storia ha il suo volto, e poco importa se l’Europa gli ha sorriso poche volte. Su cinque campionati di Serie A, ne ha vinti quattro. Su sette totali in massima serie, ne ha vinti cinque. Solo una volta, negli ultimi dieci anni, ha chiuso una stagione senza titoli, la prima all’Inter con una finale di Europa League persa per centimetri. Dopo due anni, Conte lascia una Inter Campione d’Italia dopo aver spezzato il ciclo della Juventus che lui stesso aveva aperto. Decide lui, è lui che più di tutti ha orchestrato i piani del calcio italiano degli ultimi anni e lo ha fatto ancora una volta. L’addio alla Juventus fu dettato da divergenze di mercato. Quello all’Inter è segnato probabilmente da un mercato che non avrebbe avuto neanche bisogno di divergenze. Lo spettro del ridimensionamento lo ha convinto a lasciare.
“Per un allenatore top, il progetto deve essere top“, disse il vice Stellini. Primi segnali di rottura, oltre ad un silenzio stampa che si trascina praticamente dallo Scudetto vinto in poi. Antonio Conte festeggia il titolo nel giorno della 3.000 presenza in A dei nerazzurri (prima squadra a tagliare il traguardo), entra nella storia dell’Inter ed esce subito dopo, in attesa di altre storie da cambiare e da scrivere. Con lui Lukaku si è imposto definitivamente dopo anni di critiche ai Red Devils, Lautaro ha trovato la definitiva consacrazione, Hakimi non ha deluso le aspettative di calciatore che sembra disegnato per il suo calcio. Conte lascia i nerazzurri con uno Scudetto dopo nove titoli consecutivi bianconeri e una sequela di record: quello di vittorie consecutive a San Siro (15), quello particolare legato alla capacità di battere almeno una volta tutte le avversarie in stagione. Ma non solo: la sua Inter primeggia praticamente in tutte le classifiche: secondo miglior attacco (89), miglior difesa (35), terza per possesso palla dietro Sassuolo e Juventus, prima persino per numero di cross (207 utili, 243 sbagliati) e km percorsi. L’Inter davanti a tutti con Antonio Conte suo inimitabile frontman, pronto a cambiare band ma non stile.