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“Ad impossibilia nemo tenetur, nessuno è tenuto alle cose impossibili”. Così Ignazio La Russa, citando un brocardo latino, in risposta all’informativa al Senato del ministro dello sport Vincenzo Spadafora. Il politico siciliano se la prende con il ministro che ha confermato l’appoggio al comitato tecnico-scientifico e alle richieste formulate alla Figc affinché venga modificato il protocollo per la ripresa degli allenamenti ed eventualmente della Serie A: “Se c’è positivo una soluzione è finire campionato, in quanto all’eventuale caso di positività , si fanno i tamponi agli altri, i calciatori stanno fermi due, tre giorni e, se sono tutti negativi, riprendono a giocare. Come hanno fatto in Germania. Non è giusto far usare i tamponi per non penalizzare i cittadini? Ma facciamoglieli pagare, anche cari, inoltre non può essere data responsabilità ai medici. La Serie A non può essere messa in condizione di riprendere per poi chiudere al primo caso di positività . Lei deve mettere il Parlamento in condizioni di decidere se anche lo sport che dà più soldi allo Stato e aiuta tutti gli altri sport possa avere il diritto di riprendere in condizioni di sufficiente sicurezza. Perché da un documento dell’Iss risulta che il tasso di mortalità per chi non ha malattie pregresse è pari a zero”.
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