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Dall’Udinese all’Udinese. Nel 2013 Paul Pogba firmò contro i friulani la sua prima magia in carriera, quella che gli permise di affacciarsi al grande calcio. Un esterno destro di controbalzo da fuori area che fece alzare in piedi tutto lo Stadium. Oggi l’Udinese per Pogba non racconta di gol, magie o assist, ma di analisi, possibili controanalisi, eventuali linee difensive e processi. Il centrocampista è risultato positivo al testosterone in un controllo antidoping effettuato dopo la partita dell’Udinese Arena. Può chiedere le controanalisi, ma per ora la sola notizia è un fulmine a ciel sereno in una seconda esperienza juventina che definire negativa, a questo punto, è poco. Un biennio da dimenticare in una carriera di un giocatore che ha raggiunto il massimo nel 2018 con il Mondiale con la Francia, ma che da quel momento ha perso progressivamente importanza sia in nazionale che con i club. Dopo una stagione negativa, l’ultima, con lo United, decide di ripartire dalla Juventus che come nel 2012 lo acquista a parametro zero. Sembra l’occasione perfetta per la rinascita. Ma il fisico è diverso da quello del 2012, come la fortuna, e forse anche la testa. Normale quando gli infortuni si susseguono uno dopo l’altro, lasciando le briciole al Pogba calciatore. Nel corso della preparazione estiva, Pogba subisce la lesione al menisco laterale.
Tempi di recupero stimati: due mesi. Ma le settimane passano, la terapia conservativa procede senza miglioramenti e intanto i Mondiali in Qatar si avvicinano inesorabilmente. Il forfait al Mondiale è il primo duro colpo da digerire. Si sottopone quindi ad un intervento di meniscectomia, che lo costringe a saltare il resto del girone di andata del campionato. Per il nuovo esordio bisogna aspettare il 28 febbraio 2023 in occasione del derby della Mole vinto per 4-2 contro il Torino. Gli infortuni però non lo mollano. Prima l’inguine, poi l’adduttore e anche la coscia non è esente da problemi. E intanto all’infermeria, si accostano anche le vicende extra campo con suo fratello Mathias sospettato di una tentata estorsione proprio su Paul. Che in due anni totalizza 12 presenze. E che adesso, aspettando le controanalisi, rischia di rimanere nuovamente lontano dal campo.
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