Dici Mapei Stadium e pensi a ricordi bellissimi, quelli dell’ultimo scudetto di due anni fa. Ma ora, in casa Milan, le cose sono cambiate, la stagione è intensa e non c’è tempo e modo di fermarsi a sfogliare l’album. Contro il Sassuolo Pioli cerca una vittoria, sarebbe la sesta di fila in campionato, andando così a eguagliare proprio quella striscia che arrivò a quota sei nella sfida scudetto del maggio 2022: un buon auspicio contro quella che in passato, e adesso solo al Meazza, era la bestia nera del Diavolo, ma che adesso ha appena conquistato un pareggio negli ultimi sette incroci coi rossoneri a Reggio Emilia.
Qui dove Leao segnò il gol più precoce della storia della Serie A in meno di sette secondi dal calcio d’inizio, e che ora è finito però nel mirino delle critiche per la bruttissima prestazione giovedì contro la Roma in Europa League e in generale per una stagione fatta più di bassi che di alti. Se giocherà, dovrà di sicuro farsi perdonare qualcosina, così come l’intera squadra rossonera, che dopo un lungo periodo ultra-positivo, ha poi faticato proprio nella serata più importante. Che, però, prevede ancora il secondo dei due atti: non tutto è perduto, tutt’altro, e contro i neroverdi (in gol in ciascuna delle ultime dieci partite casalinghe) c’è la prova generale per presentarsi all’Olimpico e prendersi le semifinali di Europa League. E anche per vincere la quarta trasferta di fila, come non capita da quasi tre anni, forti del fatto che nel 2024 solo il Bayer Leverkusen nei top-campionati ha trovato più blitz esterni.
E’ per questo che forse, al Mapei contro il Sassuolo con l’acqua alla gola, il Milan potrebbe anche presentarsi con qualche sorpresa di formazione, in considerazione del fatto che proprio a livello psicofisico, specie nel primo tempo, è mancato qualcosa giovedì. Gambe leggere e testa sgombra, ma vale prima per la trasferta di campionato, dove i tre punti vorrebbero dire secondo posto sempre più in cascina. Con 68 punti, il Milan si presenta a questa trasferta sopra di uno rispetto all’anno dello scudetto. E in generale, non sfonda quota 70 dopo le prime trentadue giornate dalla stagione 2003/2004, quella dello scudetto di Ancelotti. Ma i freddi numeri non bastano a raccontare il rendimento di una squadra. Vincere dunque è l’imperativo categorico contro gli emiliani, poi si potrà pensare a come impreziosire ulteriormente una stagione fin qui sottotono, ma ancora tutta da decifrare.