“Chi invoca oggi l’annullamento e la sospensione non vuole bene né al calcio e né agli italiani: io terrò duro sino alla fine”. Lo ha detto il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, parlando del dibattito in merito alla possibile ripresa dei campionati di calcio, attualmente fermi per l’emergenza sanitaria legata alla diffusione del virus Covid-19. “E’ un momento complesso per il nostro paese, per l’economia e per il mondo del calcio – ha aggiunto il numero uno del calcio italiano ai microfoni di ‘Un giorno da pecora’ a Rai Radio 1 – sono convinto che con un pizzico di responsabilità, disponibilità e buon senso troveremo la giusta via”. Al momento gli allenamenti sono vietati sino al 3 maggio: “Se sono ottimista o pessimista sul 4 maggio? Condivido la speranza del ministro Spadafora e condivido che anche il ministro Speranza abbia la volontà di farci ripartire con tutte le dovute cautele e garanzie per dare sollievo a tanti italiani”.
I tempi di una possibile ripresa sono i soliti: “Sono previste tre settimane di allenamento e quindi, ad oggi, si potrebbe riprendere a giocare tra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Riprendere con le semifinali di Coppa Italia? Riguarda la Lega di Serie A, aspettiamo indicazioni rispettosi di ruoli. Siamo in attesa dei calendari”. Un’altra problematica riguarda invece le gare al Nord: “ Io mi auguro e mi auspico che tutti possano giocare nei propri stadi – ha proseguito Gravina – Se questo non dovesse essere possibile troveremo delle soluzioni alternative”. Infine sulla chiamata con il presidente del Coni, Giovanni Malagò, riportata dal ‘Corriere dello Sport’ nel quale i toni sono stati un po’ accesi, Gravina spiega: “E’ stata una telefonata che risale a ieri mattina, abbiamo chiarito perché il presidente Malagò forse non era a conoscenza dell’attività che stiamo facendo”, ha chiosato.