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“Non la vedo come un derby“. Parola di Simone Inzaghi che a Roma (con l’altro ex biancoceleste Correa) tornerà per la seconda volta in poco più di un mese dopo la sconfitta con la sua Lazio. Dall’altra parte Josè Mourinho non parla, nessun commento alla vigilia della sfida più attesa, il suo primo confronto da ex con la squadra che ha portato sul tetto d’Europa e di cui è simbolo. Un silenzio che fa rumore, ufficialmente per “concentrarsi sulla squadra”, e non ha tutti i torti. La Roma si presenta all’Olimpico in emergenza: fuori Pellegrini (lesione quadricipite), El Shaarawy (lesione polpaccio), Afena-Gyan (positivo al Covid), Abraham e Karsdorp (squalificati). Sarà a disposizione Gonzalo Villar, tornato negativo al Covid dopo 13 giorni di quarantena: “Direzione Trigoria”, ha scritto sui social lo spagnolo che avrà due allenamenti nelle gambe prima del match con i nerazzurri. Difficile una maglia da titolare per l’ex Elche. Si va verso una difesa a quattro con Ibanez, Mancini, Smalling e Vina. Veretout e Cristante formeranno la linea mediana mentre sulla trequarti spazio a Carles Perez, Mkhitaryan e Zaniolo alle spalle di Shomurodov, che oggi ha ricevuto una visita di una delegazione uzbeka che ha fatto indossare a Mourinho un abito tipico. Il tecnico spera sia di buon auspicio e si prepara ad una “gara speciale”, come l’ha definita Inzaghi. “Sono concentrato solo sulla Roma ma dall’altra parte c’è la mia storia“, aveva detto Mou che con l’Inter ha fatto il capolavoro di una carriera, entrando nel linguaggio sportivo comune dell’Italia. Ora la sfida Roma, cioè l’avversaria principale dei suoi anni in nerazzurro in Italia. La squadra giallorossa è quella che ha tenuto la porta inviolata più volte in gare casalinghe di Serie A nel 2021: 10, tra cui quattro volte nelle cinque più recenti. E Roma (264) e Inter (258) sono le due squadre che hanno effettuato più conclusioni nella Serie A anche se i giallorossi dovranno rinunciare ai due giocatori che hanno contribuito di più: Lorenzo Pellegrini e Tammy Abraham, con 44 tiri e 39 tiri.
Non c’è aria da derby, ma grandi emozioni da ex. Lo sa bene Edin Dzeko, che in giallorosso ha vissuto emozioni intense. Il bosniaco è già in doppia cifra stagionale e in campionato a dicembre ha già segnato lo stesso numero delle reti segnate in 27 presenze con la squadra di Fonseca lo scorso anno. Attesi fischi all’Olimpico, anche se davanti c’è il miglior marcatore stagionale nella storia della Roma, il miglior marcatore straniero nella storia della Roma (119 reti), il terzo miglior marcatore della storia giallorossa. Insomma, un pezzo di storia. Spera di diventarlo Nicolò Zaniolo che in nerazzurro ha brillato solo in Primavera. Poi l’esplosione alla Roma, due gravi infortuni e uno stop di due anni che stanno compromettendo la sua stagione: la Roma ha bisogno del campione fatto, lui ha bisogno di tempo. Proverà a cercare il primo gol in campionato domani, contro quel passato che lo ha scaricato troppo presto e contro quella pressione che domani sarà un po’ attenuata. Gli occhi infatti saranno tutti per il suo allenatore.
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