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La maglia numero 11. Il soprannome, il più bello in assoluto, di Rombo di Tuono. Uno dei mancini più potenti mai visti. Un nome e un cognome nella leggenda di un popolo, in primis, e poi di una Nazione. Gigi Riva muore all’età di 79 anni da miglior marcatore della storia della nazionale italiana. Nessuno lo ha mai superato. Nessuno si è mai avvicinato. E tanti lo hanno desiderato da calciatore, ma lui non ha mai tradito il popolo che lo ha adottato, quella Cagliari affamata di calcio e di un trionfo che nel 1970 ridisegnò completamente la Serie A. Lui, l’artefice del primo Scudetto del Sud. Prima di Gigi Riva e del Cagliari di Scopigno lo Scudetto non era mai sceso sotto Roma. Un regalo del destino, che condusse un orfano di una famiglia operaia dalle rive del Lago Maggiore alla Sardegna. Dopo gli inizi nelle file del Legnano ha legato la sua carriera agonistica al club sardo. Un’esperienza leggendaria, dal 1963 al 1977, per un totale di 14 stagioni, impreziosite dal record assoluto di marcature con 208 reti. Poi lo Scudetto, indimenticabile, non solo per i tifosi del Cagliari.
Tutt’oggi è il miglior realizzatore di tutti i tempi in azzurro grazie ai suoi 35 gol in 42 presenze. Nel 2024 il miglior marcatore all time delle nazionali di calcio è in genere un calciatore contemporaneo o quasi. L’Inghilterra ha Harry Kane, il Brasile ha Neymar, la Spagna ha David Villa, la Germania vede in Klose il suo recordman, mentre in Francia l’onore è di Giroud. La classifica marcatori azzurra è guidata da Gigi Riva da 51 anni a questa parte. Segno che far gol in azzurro è impresa ardua, come dimostrano gli altri gradini del podio, occupati da Giuseppe Meazza e Silvio Piola. Alle sue spalle anche Del Piero (27) e Baggio (27). Lontani gli altri: Inzaghi (25) e Altobelli (25). Riva all’azzurro ci teneva: si è laureato campione d’Europa nel 1968 e vicecampione del mondo nel 1970. E in nazionale ha anche reinventato un ruolo fondamentale, quello del team manager, ricoperto dal 1990 al 2013. In quella veste ha accompagnato la nazionale di Lippi nello storico cammino in Germania al Mondiale 2006. Anni prima, per una parentesi di vita, è stato anche editorialista del Corriere della Sera, al seguito della selezione azzurra. Ora viene il momento del tributo. In tutti gli stadi d’Italia, uno su tutti. Venerdì la partita Cagliari-Torino offrirà l’occasione ad un popolo per ribadire il ringraziamento al suo eroe. Che presto avrà uno stadio tutto per sé. Al posto del vecchio Sant’Elia, il nuovo impianto rossoblù porterà il suo nome. Stadio Gigi Riva, insieme allo stadio Diego Maradona, nel panorama di una Serie A che avrebbe voluto con sé ancora a lungo le sue stelle più belle.
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