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L’ex centrocampista di Roma e Fiorentina, Gerson, intervistato da ‘Globo Esporte’, ha avuto modo di parlare della sua non entusiasmante esperienza in Italia, che lo ha portato al ritorno in Brasile con la maglia del Flamengo: “Questo mio nuovo inizio l’ho costruito in Italia, precisamente a partire dal secondo anno a Roma. Ero arrivato dove giocava il mio idolo Totti. Avevo ricevuto grandi elogi e c’erano tante aspettative: questa cosa a volte ti distrae dagli obiettivi. Giocavo poco e sentivo di dovermi reinventare: ho iniziato ad allenarmi a casa, ho prestato più attenzione a ogni dettaglio. Tutto: marcatura, posizionamento… Ho capito che ancora non ero pronto come giocatore”.
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Il brasiliano ha spiegato l’importanza che Stefano Pioli ha avuto nel proprio percorso di crescita ai tempi di Firenze: “A Roma giocavo e chiedevo agli allenatori e agli assistenti di farmi studiare nuovi ruoli. Da lì, ho iniziato a giocare in più posizioni. A Firenze con Stefano Pioli giocavo spesso da secondo mediano a centrocampo, e a volte pure come regista quando ci metteva a tre dietro. Lì ho imparato le cose che ritengo più importanti per evolversi, intensità senza palla ed essere coinvolto per 90 minuti, anche se non hai il pallone. Prima giocavo solo per fare gol o assist, ma ho capito che avrei potuto influenzare il gioco anche senza, e mi fa piacere: mi sento molto più completo. Devo molto anche a Jorge Jesus. Uno dei miei obiettivi adesso è quello di vestire la maglia della nazionale brasiliana”.
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