“La rabbia non so cosa sia, il calcio è un gioco. Ieri ho voluto dare un segnale di responsabile disapprovazione, in modo educato ma fermo. Alla base di tutto c’è il rispetto. Il mestiere dell’arbitro è ingrato e io sono istituzionalmente dalla loro parte ma non vengono aiutati, sono tratti in inganno dalle urla dei calciatori che si piroettano come pagliacci simulando traumi inesistenti. Poi vai a vedere e scopri che quello che mima l’aver subito un trauma craniale ha preso una pedata nel sedere in un normale contrasto di gioco”. Lo ha detto il presidente del Genoa, Alberto Zangrillo, in un’intervista a Un giorno da pecora su Rai Radio Uno dopo la partita contro l’Inter e le tante polemiche: “Episodio del rigore sicuramente non fa bene allo sport. Bisogna lavorarci facendo come me, senza digrignare i denti. I calciatori del Genoa hanno un codice deontologico: se uno di loro simula e si piroetta come un tarantolato viene punito, cosa che non vedo in squadre più blasonate che lottano per andare in Champions. Quel che è successo è sotto gli occhi di tutti. Voglio bene a Barella, che è un calciatore della Nazionale e un grande professionista. Però quando vedi che fa sette piroette perché viene toccato dopo aver toccato la palla- e questo si piroetta con urla laceranti è chiaro che l’arbitro viene tratto in inganno”.