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Vincere per tornare ai tre punti dopo tre partite, per confermare di essere più simili a quelli visti a sprazzi contro il Borussia Moenchengladbach che a quelli sconfitti contro il Milan. Missione compiuta solo in parte per l’Inter di Antonio Conte che vince per 2-0 contro il Genoa senza riuscire ancora a convincere pienamente. Lo fa dal punto di vista della difesa. Perché se è vero che l’Inter non realizzava almeno 11 gol nelle prime quattro partite stagionali di Serie A dal 2013/14, dall’altra i nerazzurri non incassavano otto gol a questo punto del campionato dalla stagione 2011/12. Lo fa contro il Genoa confermando un trend esclusivamente a tinte nerazzurre negli ultimi anni.
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L’Inter ha vinto infatti le ultime quattro sfide di campionato contro il Genoa con un punteggio complessivo di 18-0. Le ultime due reti sono del solito Lukaku e di D’Ambrosio che permettono ai nerazzurri di salire a quota dieci punti. Proprio per l’attaccante belga il Genoa continua a rappresentare la vittima preferita: la squadra rossoblù è infatti quella contro cui Romelu Lukaku ha la miglior media gol in campionato. Numeri che parlano da soli. Ma chi dal Ferraris esce con una sicurezza in più è anche Nicolò Barella, autore di una prova superlativa condita dall’assist perfetto per l’1-0 dell’ex Manchester United. Con un Eriksen ancora lontano parente del giocatore di un tempo e un Lautaro Martinez sottotono (con tanto di reazione di stizza al momento della sostituzione), l’Inter si affida ai suoi due uomini più in forma: Barella e Lukaku. Ora i match contro Shakhtar e Parma per confermare i passi in avanti e lasciarsi definitivamente alle spalle la brutta sconfitta nel derby. Ma adesso Conte aspetta nuovi lampi da altri interpreti del 3-4-1-2. Barella e Lukaku – per quanto straripanti – non possono bastare da soli.
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