L’attaccante spagnolo Iago Falque ha concesso alcune dichiarazioni ai microfoni del quotidiano iberico AS, riguardo la sua tormentata quarantena ed il possibile futuro del calcio italiano. “Dal 10 marzo sono rimasto chiuso da solo in hotel. Quella è stata la data dell’ultimo allenamento. La mia idea era quella di venire al Genoa e dare una mano ma anche per ritrovare la forma migliore e giocare dopo l’infortunio. Purtroppo è scoppiato il virus e non ho avuto modo di trovare casa. Quindi sono rimasto in albergo“. Queste le parole d’esordio di Falque, doppiamente sfortunato nella casistica specifica.
In seguito l’ex fantasista del Torino ha offerto un commento su possibili scenari: “Sembrava dovessimo riprendere gli allenamenti il 18 maggio ma non è ancora chiaro. Mi piacerebbe tornare a giocare ma non mi piace parlare di qualcosa che non conosco a fondo, senza i dati che hanno gli esperti. Credo, però, che se il calcio deve aspettare un vaccino per tornare sarà una catastrofe. C’è molta gente che sta lavorando e lo sta facendo senza vaccino ma ripeto, non mi piace parlare senza sapere le cose, spero solo che ne usciremo e si possa guardare con ottimismo al futuro, vogliamo tornare alla normalità”.