Tre giorni di paura e di follia. Il Genoa diventa il primo vero grande focolaio post lockdown per il calcio italiano: quattordici positivi al Covid-19 e nel mezzo una partita giocata a Napoli che adesso fa tremare la Lega di Serie A e tutto il campionato. Ma riavvolgiamo il nastro e ripercorriamo le ultime 72 ore.
E’ sabato, quasi ora di pranzo, quando arrivano gli esiti dei tamponi a cui tutto il gruppo squadra deve sottoporsi come da protocollo (48 ore prima della partita) ed è l’allenatore Rolando Maran ad annunciare la brutta notizia: “Mattia Perin è risultato positivo al tampone, ha qualche sintomo. Ora vedremo cosa fare”. Come da protocollo tutto il gruppo squadra viene portato in ritiro, si ripetono i tamponi il cui esito arriva tra sabato sera e domenica mattina. La partita contro il Napoli, al San Paolo, viene posticipata dalle ore 15 alle ore 18 per consentire ai ragazzi di Rolando Maran di viaggiare la mattina e avere qualche ora in più prima di scendere in campo. Secondo giro di tamponi: Schone è debolmente positivo. Anche lui, come Perin, rimane a casa. Gli altri vanno a Napoli.
La partita finisce male, anzi malissimo: primo tempo tutto sommato equilibrato poi nella ripresa Marchetti si fa bucare altre cinque volte e termina un 6-0. Una disfatta. La squadra torna a Genova e nella giornata di oggi ripete nuovamente i tamponi e stavolta il risultato è di quelli che non vorresti mai leggere: altri dodici positivi al Covid-19. Giocatori, staff tecnico e staff medico. Un disastro. E adesso la preoccupazione si sposta anche a Napoli visto che i giocatori sono entrati a contatto probabilmente con i positivi del Genoa per una partita che sarebbe stato meglio non giocare. Domenica sono in programma Genoa-Torino e Juventus-Napoli: terza giornata e questo campionato è già appeso all’esito dei tamponi.