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“Le contestazioni erano abbastanza pesanti, non tanto nei numeri ma nella durezza. Ne parlai con il presidente Preziosi che mi disse che le contestazioni sarebbero finite non appena sarebbero arrivati i risultati. Con un clima così è ovvio che cerchi una soluzione. E la soluzione fu che andai ad allenare l’Atalanta, ma non venni esonerato”. Gian Piero Gasperini, ex allenatore del Genoa ora da anni alla guida dell’Atalanta, ha presenziato in aula al processo contro quindici ultras del Grifone accusati di ricatti alla società allora di proprietà di Preziosi. Il tecnico della Dea ha parlato in Tribunale come teste: “Allenai fino all’ultimo. Dopo il derby un gruppo di tifosi venne a Pegli ma la società, credo il team manager, mi disse che volevano vedere solo la squadra, non me”.
In un momento di pausa lo storico capo ultrà Massimo Leopizzi, imputato, ha lasciato l’aula dicendo “è un processo per quattro striscioni e sembra che processino Totò Riina”, riporta l’Ansa. L’accusa riguarda i fatti durati dal 2010 al 2017 e i capi di amputazione sono associazione per delinquere finalizzata all’estorsione e violenza privata per aver estorto al Genoa circa 327 mila euro.
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