Gian Piero Gasperini, tecnico dell’Atalanta, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di ‘Storie di Serie’, su Radio Serie A con RDS: “Questo è il mio ottavo anno a Bergamo, sono l’allenatore più longevo del campionato. La mia storia con l’Atalanta è fantastica e mi auguro che possa continuare ancora a lungo. Tra me e la proprietà c’è sempre stato grande rispetto. Obiettivo? Riportare la squadra in Champions. Attualmente ci sono squadre come Milan e Napoli che sono in difficoltà, perciò arrivare tra le prime quattro è più possibile“.
Gasperini ha poi risposto alle accuse di chi lo ritiene difficile da sopportare: “Nel calcio il confronto è fondamentale. Non sempre si è d’accordo, ma è possibile creare delle basi per crescere. Qui a Bergamo ho trovato una proprietà meravigliosa che mi ha sempre messo nelle condizioni migliori per lavorare. In quanto tecnico io faccio valere le mie idee, ma a decidere deve essere sempre la proprietà. Ai miei giocatori chiedo soprattutto professionalità e senso d’appartenenza. Poi sono cruciali anche gli atteggiamenti: pretendo che siano adeguati a ciò che rappresenta l’Atalanta“.
Tra passato e futuro, il tecnico degli orobici ha poi parlato di due partite in particolare: “La sfida contro il Psg resta il momento più alto della mia carriera in termini di risultato. Eravamo a 2 minuti da una finale di Champions e l’avremmo meritata. Dobbiamo però pensare al presente, a partire dalla prossima gara contro il Napoli. Sarà fondamentale per loro che hanno avuto un cambiamento, ma anche per noi visto che inizieremo una serie di partite importanti“. Gasperini si è poi soffermato sull’aspetto economico: “Tra noi e le big c’è una grande disparità, perciò competizioni come il campionato sono molto difficili da vincere. Altre società possono permettersi un miliardo di debiti, l’Atalanta no. Se siamo competitivi è perché i nostri dirigenti hanno avuto il merito di realizzare cessioni impensabili“.
“Quando smetterò? Non ci ho ancora pensato. Allenare mi piace e finché sarà possibile continuerò. Dittatore? Pur di fare titoli si raccontano le cose in maniera sbagliata. Credo sarebbe importante un po’ di onestà intellettuale – ha proseguito l’allenatore, per poi svelare un aneddoto – In passato ero vicino alla Nazionale. Ci fu un momento in cui mi contattò Marcello Lippi. Alla fine, però, la scelta ricadde su Ventura. Personalmente mi ritengo più pronto per una squadra di club, anche se sarebbe impossibile dire di no alla Nazionale. Al giorno d’occhi è molto faticoso allenare una nazionale perché la sovrapposizioni di partite è incredibile“.
Infine, Gasperini si è commosso parlando di Josip Ilicic: “A un certo punto iniziò ad accusare dei sintomi. Non si sentiva bene, soffriva la lontananza dalla famiglia e da casa. Si è completamente isolato e ha vissuto un periodo difficile, ma noi gli siamo sempre stati vicini. Ricordo la partita di Valencia dove segnò quattro gol: era uno dei migliori d’Europa, avrebbe potuto tranquillamente vincere il Pallone d’Oro. La settimana prima della partita contro il Psg, invece, andai a trovarlo in una clinica: aveva perso 10 chili” ha concluso Gasp, che non è riuscito a trattenere le lacrime.