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“Sono entrato nei Nagc (nucleo addestramento giovani calciatori: allora gli esordienti si chiamavano così) all’età di 10 anni. Ho avuto maestri leggendari come Amedeo Biavati, mondiale nel 1938, Raffaele Sansone e poi Cesarino Cervellati fino ad arrivare in prima squadra con Pesaola. Ho lasciato il Bologna a 28 anni ma l’ho sempre portato nel cuore“. Queste le parole di Franco Colomba, ex calciatore e tecnico del Bologna, che ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport parlando della sua squadra del cuore. Colomba ha ripercorso le gioie e i dolori in maglia rossoblù: “I momenti più esaltanti? Il debutto in A, la vittoria della Coppa Italia 1974 e la grande stagione sotto Radice quando, partendo dalla penalizzazione di -5, sfiorammo l’ingresso in Coppa Uefa. I momenti più brutti riguardano la retrocessione in B nel 1982, la prima assoluta per il Bologna. Io ero anche capitano. Un tormento. La Nazionale? Bearzot chiamò me e Dossena per un’amichevole a Udine contro la Germania Est. Lui giocò, io no. Ma ero nel listone per andare al Mondiale del trionfo in Spagna. Purtroppo mi infortunai due mesi prima delle convocazioni e non ebbi più chance azzurre“. Per quanto riguarda delle differenze tra il suo Bologna e quello di Mihajlovic, ha commentato: “Io gestivo un gruppo maturo, anagraficamente avanti negli anni. Questo Bologna ha 3-4 veterani importanti per l’equilibrio della squadra ma è fondato soprattutto su tanti giovani. Ha scelto bene la strada per il futuro. Sinisa sa sfruttare al meglio le sue risorse. La squadra è sempre atleticamente brillante e aggressiva. Da quando c’è Mihajlovic propone un gioco d’attacco, prende campo, fa sempre la partita”.
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Il sogno dei tifosi è quello di centrare l’obiettivo Europa League e l’ex tecnico rossoblù non ha dubbi: “Serve subito un grande risultato. Se batte la Juve alla prima partita può aprirsi la strada per andare in coppa. Quei tre punti sarebbero un’iniezione di fiducia e autostima importantissima per affrontare le partite successive. La squadra ha la tendenza a subire troppi gol. Ecco, bisognerà chiudere quella porta per provare a scalare l’Europa. A Mihajlovic suggerisco di giocare alla Mihajlovic, cioè con grande veemenza e aggressività nel ritmo e nella pressione offensiva per non dare fiato ai campioni d’Italia. La ripartenza è un’incognita per tutti, anche la Juve potrebbe trovarsi in difficoltà se venisse messa alla frusta dai rossoblù”. Infine, alla domanda se ci fosse qualche giocatore attuale del Bologna che lo avesse colpito, Colomba ha affermato: “Palacio resta un esempio di professionalità e dedizione alla causa. Poi ho scoperto Schouten, un centrocampista che nel futuro diventerà un punto di riferimento di questo Bologna”.
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