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Francesco Totti saluta la Roma. Allo stadio Olimpico, di fronte ad oltre settantamila spettatori, il capitano giallorosso, il numero dieci della Roma, ha ricevuto l’abbraccio dei tifosi: “E’ arrivato il momento. Purtroppo è arrivato questo momento che speravo non arrivasse mai. In questi giorni ho letto tantissime cose su di me, belle, bellissime. Ho pianto sempre, tutti i giorni. Da solo, come un matto, perché tutti questi anni non si dimenticano così. Con voi dietro alle spalle, che mi avete spinto nel bene e nel male. Anche e soprattutto nei momenti difficili: per questo voglio ringraziarvi, a tutti quanti, anche se non è facile“.
Queste le parole di Totti al centro del campo, dopo il lungo giro di campo fatto insieme ai tre figli e alla moglie Ilary Blasi, con un pallone firmato e calciato in curva Sud. “Non sono di tante parole – ha dichiarato il capitano della Roma al centro del campo – ma le penso. In questi giorni mi sono messo a tavolino con mia moglie e le ho raccontato un po’ di cose vissute con questa maglia, con questa unica maglia. Abbiamo scritto una lettera per voi. Spero di riuscire a leggerla“.
Totti ce l’ha fatta, con qualche comprensibile pausa di emozione. “Grazie Roma. Grazie a mamma e papà , a mio fratello, ai miei parenti e ai miei amici, a mia moglie e ai miei tre figli. Inizio dalla fine perché non so se riuscirò a leggere queste righe. E’ impossibile raccontare 28 anni di storia con poche frasi. Mi piacerebbe farlo con una canzone o una poesia, ma io sono più bravo ad esprimermi con i piedi, con i quali mi viene tutto più semplice. Il mio giocattolo preferito è sempre stato il pallone e lo è ancora”.
La lettera di Totti ha emozionato tutti, non solo i tifosi della Roma: “A un certo punto della vita si diventa grandi. Il tempo, lo stesso tempo che il 28 giugno del 2001 speravamo passasse in fretta, è venuto a bussare sulla mia spalla: ‘Devi crescere’, mi ha detto. ‘Da oggi sei grande, ti devi togliere gli scarpini e i pantaloncini e devi diventare uomo’. Mi sono chiesto in questi mesi perché dovevo svegliarmi da questo sogno, ora mi piace pensare che la mia carriera possa diventare per voi una favola da raccontare. Ma è finita veramente. Mi levo la maglia per l’ultima volta. La piego per bene anche se non sono pronto a dire basta e forse non lo sarò mai“.
Poi Totti ha chiesto aiuto ai tifosi: “Spegnere la luce non è facile. Adesso ho paura, non come ciò che provi davanti alla porta quando devi tirare un calcio di rigore. Concedetemi un po’ di paura, questa volta sono io che ho bisogno di voi e del vostro calore. Con il vostro affetto riuscirò sicuramente a voltare pagina e buttarmi in una nuova avventura. Nascere romani e romanisti è un privilegio. Fare il capitano di questa squadra è stato un onore. Siete e sarete sempre nella mia vita. Smetterò di emozionarvi con i piedi ma il mio cuore sarà sempre lì con voi. Ora scendo le scale, entro nello spogliatoio che mi ha accolto da bambino e lascio oggi da uomo. Sono orgoglioso e felice di avervi dato ventotto anni di amore. Vi amo“.