Serie A

Francesco Totti, dieci citazioni celebri raccontano la carriera del mito

Diego Armando Maradona e Francesco Totti - Partita della Pace - Foto Antonio Fraioli

Il 28 marzo 1993 Francesco Totti esordisce in Serie A con la maglia della Roma contro il Brescia. E’ la stagione 1993-94 e Francesco Totti non lascerà mai più la sua squadra del cuore. L’ingresso in campo da titolare avverrà solamente con Carlo Mazzone l’anno dopo in un Roma-Sampdoria di Coppa Italia. Compito dell’allenatore romano è di proteggere il ragazzo dai riflettori e adotta con il ragazzo un atteggiamento molto simile a quello che Massimiliano Allegri ha riservato a Paulo Dybala nel corso della prima fase della prima stagione in bianconero. La protezione da parte del tecnico al costo dell’impopolarità, un mantra perseguito da numerosi allenatori.

 “Signori, dovete avere pazienza. Questo ragazzo è un talento purissimo che va gestito nel modo migliore. Ha già giocato parecchio e giocherà ancora moltoCarlo Mazzone (1993)

Il mondo inizia ad accorgersi di lui con le sue prime stagioni europee. Le offerte non mancano ma allo stesso tempo inizia a nascere nella Capitale il sentore che Francesco Totti in futuro potrebbe rappresentare qualcosa di più di un semplice grande giocatore. Tra i primi ad usare il termine ‘bandiera’ per Francesco Totti fu Luciano Moggi che nel corso della sua lunga esperienza da dirigente alla Roma, gli fece firmare il primo contratto da professionista.

“Quando ero alla Roma firmò con me il primo contratto vero acquisendo lo status di professionista, benché in quel periodo alla Roma non contassi proprio nulla, a differenza di quanto dice il mio caro amico Sensi. E’ un giocatore di stampo antico Totti, lavora sodo e crede alle bandiere. Ma di lui ancora non avete visto niente, crescerà ancora. E’ romano e romanista, non sarà facile portarlo via. E’ un predestinato alla nazionale che conferma la mia tesi, si deve investire nei settori giovanili. Non sempre all’estero si trovano giocatori più bravi e meno costosi” Luciano Moggi (1997)

La consacrazione internazionale arriva con gli Europei del 2000. Con la maglia numero 20 dietro le spalle, Francesco Totti ruba la scena a Zidane e guadagna il titolo di ‘miglior giocatore della finale’. Un anno dopo arriva quinto al Pallone d’Oro e vince lo Scudetto con la Roma. La sua quotazione diventa stellare e i grandi del calcio italiano lo elogiano.

“Francesco mi è piaciuto subito. Non solo come calciatore ma anche come persona. È un fenomeno, giocatore raro. Sembra quasi che quando è nato, il Padreterno gli abbia detto: vai giù e gioca a pallone e basta. E lui ha fatto quello che gli è stato ordinato”. Gigi Riva (2001)

Euro 2000 sembra essere il preludio per una folgorante carriera in maglia azzurra per Totti che però non riesce a trascinare la squadra nel Mondiale in Corea del 2002 e ad Euro 2004 quando è squalificato per tre giornate a causa di uno sputo sconsiderato all’indirizzo di Poulsen. Per lui si muovono anche le personalità più celebri del nostro paese.

“Caro Totti, capisco le necessità professionali, ma io non avrei chiesto scusa a nessuno. Erano tre ore che quel danese la prendeva a gomitate, pedate, stincate. Pur non essendo una tifosa di calcio, guardavo ed ho visto tutto. Con sdegno. Unico dissenso: io avrei tirato un cazzotto nei denti e una ginocchiata non le dico dove”. Oriana Fallaci (2004)

Diverso è il bottino con la Roma negli stessi anni. Francesco mette a segno valanghe di gol e altrettanti assist. Per Diego Maradona non ci sono dubbi: Totti è il più grande al mondo.

“Miglior giocatore del mondo: sì, Totti mi convince più di Zidane e di Beckham. Sa rendere semplici le cose difficili, sa far giocare bene la squadra”. Diego Armando Maradona (2004)

Ma c’è tempo per fare pace con la Nazionale: ad aprile del 2006 Totti si rompe la caviglia in un contrasto di gioco con Vanigli, il Mondiale è a serio rischio ma lui vuole esserci. Caparbietà e sacrificio fanno da cornice ad un grande lavoro agli ordini dello staff della Nazionale e convincono Lippi a portarlo in Germania. Risultato: quattro assist, un gol decisivo su rigore contro l’Australia agli ottavi e la Coppa vinta in finale contro quella Francia che nel 2000 gli aveva negato il sogno. Alle parole di Maradona, si aggiungono quelle di Pelè.

“Francesco Totti è il miglior giocatore al mondo. E’ stato solo un po’ sfortunato in passato” Pelè (2006)

Fresco campione del mondo, Francesco decide però di lasciare la Nazionale. Una decisione che gli costa le critiche della stampa italiana e la piccata reazione del nuovo commissario tecnico Donadoni. Alla base di questa scelta c’è la volontà di dedicare tutto alla Roma. Francesco realizza 31 gol stagionali e vince la Scarpa d’Oro riuscendo ad alzare anche Coppa Italia e Supercoppa Italiana con la maglia giallorossa.

“Mi dispiace molto per lui, che ha rinunciato all’azzurro. È uno dei più grandi, insieme a Baggio, degli ultimi 10-20 anni. Ora sono tornato io, e magari tornerà anche lui”. Antonio Cassano (2007)

Nel frattempo, Francesco inizia a demolire record su record. Entra nella top 10 della classifica dei marcatori del campionato di calcio italiano e diventa il più grande realizzatore della storia della Roma. Ma dopo lo sputo a Poulsen, Francesco cade nuovamente nelle provocazioni e il 5 maggio 2010, in finale di Coppa Italia contro l’Inter, scalcia violentemente Mario Balotelli. In questo caso si muovono persino le autorità, tra cui il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

“Quello di Totti è stato un gesto inconsulto”. Giorgio Napolitano (2010)

Francesco ammette di aver pensato per la prima volta all’ipotesi del ritiro dal calcio giocato. La vicinanza della piazza e dei compagni però lo convincono a rimettersi in gioco. Così tra il 2011 e il 2013 il numero 10 diventa il giocatore ad aver segnato più gol in Serie A con la stessa maglia, superando Gunnar Nordahl, autore di 210 centri con il Milan e il secondo più grande marcatore della Serie A alle spalle di Piola.

“100 gol possono farli tutti, ma farne più di 200 non è da tutti. Totti ha lottato tantissimo e ha vinto ogni sfida, ha sempre dato il massimo mettendo amore in campo e fuori: va solo applaudito”. Roberto Baggio (2011)

Nell’ultima fase di carriera, Francesco non riesce a collezionare trofei per ampliare la sua bacheca. In compenso continua a battere record e nel 2015 entra nella storia della Champions League come marcatore più anziano della storia della competizione grazie ad una punizione contro il Cska Mosca. Con Spalletti in panchina, le presenze diminuiscono drasticamente ma il 20 aprile 2017 c’è spazio per l’ultima vera emozione regalata ai suoi tifosi: nella gara casalinga contro il Torino, Francesco entra con il risultato i 2-1 per i granata e nel giro di un minuto firma due gol che ribaltano il risultato. Il mondo è ai suoi piedi.

È impressionante, è un riferimento per tutti e dimostra che l’età nel calcio non è importante. Se sta bene deve continuare, è un bene per i bambini e per tutti la sua presenza e dimostra che nel calcio non ci sono limiti. Cristiano Ronaldo (2017)

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